Aborto, quella copertina de L'Espresso
Era il 19 gennaio del 1975. L'Espresso mise in copertina una donna incinta messa in croce. Il numero fu sequestrato per "villipendio alla religione e il direttore dell'epoca, Livio Zanetti venne denunciato
Chi era la ragazza coraggiosa messa in croce? In croce come Gesù, e però femmina, incinta e nuda. Drammatica, con quella luce livida, e insieme dolce. La chioma nera che scende sul petto pallido, la morbida curva del ventre teso dalla gravidanza, le braccia snelle, l’ombra scura del pube. Era la copertina dell’“Espresso” del gennaio 1975, e fece un putiferio, tra governo Moro, mondo cattolico, gerarchie vaticane. Il titolo era “Aborto: Una tragedia italiana”. E fu l’inizio, in un’Italia clericale arretrata sul piano del costume e dei diritti, di una grande campagna di civiltà: il diritto delle donne a fuggire l’aborto clandestino, a non dover commettere un reato penale, a vedersi riconosciuta la sovranità sul proprio corpo.
Non si dimentichi che, durante la battaglia per l’aborto sicuro, il segretario del Partito radicale Spadaccia era stato arrestato, la polizia caricava i cortei e perquisiva le redazioni, il segretario Dc Amintore Fanfani chiedeva atti di censura su stampa e cinema. La campagna culminò con la legge 194 del 1978 che legalizzò l’aborto, e il referendum dell’81 che lo difese con successo dagli attacchi dell’Ancien régime.
Preistoria? Quasi. Non c’era Photoshop, nel 1975. Era tutto vero. Vera la modella incinta e dolente, scelta dal fotografo Dante Vacchi, un satanasso che aveva seguito la guerra d’Algeria per “Paris-Match”. Vera la tempesta politica provocata da Livio Zanetti direttore e Franco Lefèvre editor fotografico: seminato coraggio, raccolta tempesta. La campagna contro l’aborto clandestino fu, come quella per il divorzio, un pilastro del battagliero “Espresso” anni Settanta, e quella copertina, con la sua forza iconica (poi ripresa, variata, citata in campagne femministe, nella fotografia d’arte, nella performance) entrò nella storia del giornalismo d’inchiesta e di denuncia.