Il fatto è che l'ex segretario Ugl è andata oltre. Un po' troppo, forse. Proprio lei, che ama presentarsi come un'esterna rispetto ai politici di professione, sembra essere caduta in uno dei vizi più classici della casta: fare il globetrotter a spese dei contribuenti.
Da quando è stata eletta, la presidente della Regione Lazio ha infatti collezionato una miriade di trasferte fuori regione, da san Gregorio Armeno (per ritirare una statuina del presepe che la raffigurava) al Festival del Cinema di Venezia, dal comizio elettorale a favore del candidato sindaco di Cerignola al Vinitaly a Verona.
Oltre a otto missioni ufficiali fuori dai confini nazionali: due volte in Israele, Bruxelles, Lourdes, Valencia, Cracovia, New York e Parigi. Togliendo il periodo estivo, un viaggio al mese. Con giornalisti al seguito e biglietto aereo pagato quasi sempre dalle casse regionali.
Migliaia di euro spesi per protocolli d'intesa, sorrisi e strette di mano che in tempi di manovra lacrime e sangue non sembrano giustificare l'entità della spesa. Soprattutto a giudicare dai risultati.
La prima missione estera in veste di governatrice segue di poche settimane la vittoria elettorale su Emma Bonino, a giugno 2010: due giorni a Tel Aviv e Gerusalemme con quaranta studenti medi della provincia di Latina, vincitori del premio indetto dalla Regione "Il percorso dei giusti". A gennaio 2011 la governatrice fa nuovamente tappa in Terra Santa. Stavolta i giorni diventano tre e sull'aereo salgono anche gli assessori al Bilancio e alla Sicurezza, Stefano Cetica e Giuseppe Cangemi. A Betlemme visita il Caritas Baby Hospital e l'orfanotrofio delle suore francesi di San Vincenzo e consegna alle due strutture il ricavato con l'incasso di un'iniziativa di beneficenza: quattromila euro in tutto. Considerando che della spedizione fanno parte una decina di persone, verosimilmente si tratta di un importo inferiore all'intero costo del viaggio e del soggiorno. Tra un impegno pubblico e l'altro, tuttavia, c'è il tempo per visitare la Grotta della Natività, lo Studium Biblicum e per pranzare nella residenza dell'ambasciatore italiano in Israele.
È però il viaggio a New York quello dove il rapporto costi- benefici lascia le maggiori perplessità. La Polverini vola nella Grande Mela per cinque giorni (dal 12 al 16 novembre) con una nutrita pattuglia di una quindicina di persone fra il suo staff, gli assessori Cetica e Cangemi (ancora loro), il vice comandante dei vigili urbani di Roma e giornalisti vari. Lo schieramento di forze è più che giustificato, almeno sulla carta. L'obiettivo è infatti di tutto rilievo: siglare un accordo con l'Fbi per la costituenda "Accademia dei pizzardoni". Tappa al ristorante "Gran piatto d'oro" di Harlem con tanto di incontro con la comunità ciociara di emigrati, visita al carcere cittadino, promozione delle eccellenze enogastronomiche regionali.
Ma l'appuntamento centrale è alla Court House. Nel grande edificio in stile classico sulla 60esima strada la Polverini firma un'intesa con il capo della polizia federale cittadina, Joseph Guccione, per dare il via a una collaborazione con l'istituto di studi giuridici della Regione "Arturo Carlo Jemolo". L'accordo prevede corsi di formazione tenuti dagli esperti del Training Bureau per gli allievi dell'"Accademia per gli agenti delle polizie locali" dei 378 comuni del Lazio, in fase di istituzione. Lezioni newyorchesi per i vigili urbani di Sezze, Montelibretti e Roccasecca: un progetto immaginifico, di cui però a quasi un anno di distanza ancora non c'è traccia. Non va meglio con gli altri obiettivi di cui si era parlato durante la trasferta: divise comuni, comando unificato e introduzione di un numero telefonico unico valido su tutto il territorio. È andata in porto solo la creazione dell'Abecol, l'agenzia regionale per i beni confiscati alla criminalità, varata pochi mesi dopo.

Visti i flop a ripetizione, per scaramanzia sarà meglio non parlarne a Michele Placido quando l'anno prossimo tornerà ad affacciarsi al box office. Il mese scorso il regista ha ricevuto infatti la visita della presidente della Regione Lazio sul set parigino del suo prossimo film: "Sniper" (Il cecchino). La Polverini si trovava nella capitale francese con l'assessore alla Cultura Fabiana Santini per visitare la sala Elysees Biarritz, vicino agli Champs-Élysées: l'intento è di trasformarlo in un cinema in cui proiettare film italiani e organizzare incontri con gli attori di casa nostra.
Ma è la missione-pellegrinaggio a Lourdes, ad agosto dell'anno scorso, a rappresentare la summa di questa politica girovaga tanto dispendiosa quando infruttifera. Si sa, chi governa nella capitale cerca sempre di stabilire un legame solido con le gerarchie vaticane. Ma perché rendere pubblico un pellegrinaggio assieme a 600 fedeli della diocesi di Roma, guidati dal cardinal Vallini? "Una vacanza dell'anima", come la definisce il porporato, che dura ben tre giorni. La missione non può nemmeno dirsi improduttiva in senso stretto, perché obiettivi istituzionali non ce ne sono affatto. Fuorché, ovviamente, rafforzare i rapporti con Oltretevere e ammiccare all'elettorato cattolico.
Fra i fedeli giunti da Roma c'è anche la madre della governatrice, la signora Gianna. È accanto a lei che le fotografie e le cronache di quel viaggio la immortalano mentre si inginocchia a pregare davanti alla grotta delle apparizioni, partecipa a messe e processioni, si immerge nelle piscine con l'acqua benedetta, porta la croce. Visti i risultati, a fare la via crucis ci penseranno i cittadini del Lazio.