Politica
ottobre, 2012

Regioni, sulle sedi non si taglia

I governatori vogliono sedi di rappresentanza all'altezza delle loro ambizioni. Così, da Torino alla Puglia si continua a progettare, spendere e costruire. Alla faccia della riduzione dei costi della politica

A dare il buon esempio ha pensato il decano dei governatori italiani, Roberto Formigoni: sulle orme di Luigi XIV, con la realizzazione di Palazzo Lombardia il "Celeste" ha lasciato ai posteri la sua piccola Versailles. Un grattacielo nel pieno centro di Milano alto 161 metri (distribuiti su 43 piani), con tanto di eliporto, centro commerciale interno e foresteria riservata al presidente.

Inaugurato lo scorso anno, il Pirellone Bis è costato circa 380 milioni di euro, ospita gli uffici della giunta e i dipartimenti ma non il Consiglio. L’accorpamento di sedi distaccate farà risparmiare 5 milioni l’anno rispetto agli affitti pagati finora. Ma per ammortizzare il costo dell’edificio ci vorranno ben 22 anni, quasi quanti ne avrà passati Formigoni alla guida dell’ente se riuscirà a completare anche il suo quarto mandato.

Sempre più calati nella parte di capi di governo bonsai, i governatori sognano palazzi di rappresentanza all’altezza delle loro ambizioni. Così, nemmeno in queste settimane di tempesta sui costi della politica regionale, hanno fatto marcia indietro sulle operazioni di edilizia istituzionale. La Lombardia ha fatto scuola: se il Molise ha dovuto congelare il suo progetto, Piemonte, Puglia e Calabria hanno invece cantieri aperti per la costruzione di costose nuove sedi per giunta o Consiglio. Alla faccia della spending review.

Per non essere da meno dei vicini milanesi, a Torino hanno voluto fare le cose in grande: la nuova cittadella del Piemonte sarà un grattacielo di 209 metri in zona Lingotto, il più alto mai costruito in Italia. I lavori sono partiti il 30 novembre dello scorso anno, con l’obiettivo di completare l’edificio entro il 2014 e un costo finale stimato in 208 milioni di euro.

Le polemiche invece erano già iniziate da tempo, a scatenarle la parcella da 22 milioni di euro pagata all’archistar Massimiliano Fuksas, autore del progetto. «In questa situazione è uno spreco» ha tuonato il governatore leghista Roberto Cota appena insediatosi, «un terzo della cifra è legato a impegni presi dalla precedente giunta di centrodestra» la replica dell’ex presidente Mercedes Bresso (Pd). Mentre la politica si divide, i torinesi potranno "godersi" il cantiere da un’apposita terrazza, con tanto di panchine e distributore di bibite e snack, affacciata sugli scavi.

Lo stesso giorno in cui a Torino partivano i lavori, nel quartiere Japiga di Bari veniva posta la prima pietra del nuovo Consiglio regionale della Puglia. «Chi definisce quest’opera come il castello della casta è ignorante e in malafede» ha subito ammonito Nichi Vendola. Visionando il progetto qualche dubbio rimane: massiccio utilizzo di vetrate e metalli per conferire senso di trasparenza amministrativa, scranni dei consiglieri orientati verso il mare, giardino esterno con piante autoctone e vasche con giochi d’acqua. Anche il prezzo dei lavori non è da saldi di fine stagione: 40 milioni di euro. Tempo di realizzazione stimato due anni, ma il cantiere ha già subito diversi rallentamenti per il ritrovamento di ordigni bellici. Del resto, quale luogo migliore per costruire un’opera pubblica di un’area che in passato ha ospitato una polveriere militare? Come insegna il caso dell’autostrada Salerno-Reggio, i ritardi nei cantieri in Calabria invece sono una prassi consolidata. Non a caso anche la costruzione della "Casa dei calabresi", nel quartiere Germaneto a Catanzaro, procede a rilento. Deliberata nel 2005 dall’allora governatore Agazio Loiero, con un finanziamento di 93 milioni di euro, la nuova sede della giunta è ancora in costruzione. «Abbiamo chiesto alla ditta di rispettare la scadenza di fine 2013» ha assicurato il presidente Giuseppe Scopelliti. Ma il progetto è stato modificato in corso d’opera, passando da una struttura in cemento armato ad una prevalentemente in acciaio, con conseguente lievitazione dei costi che ora sfiorano i 160 milioni di euro.

Il piccolo Molise invece, dopo aver bandito un concorso di progettazione che premiava con 297 mila euro l’elaborato migliore, ha dovuto mettere a freno la voglia sfrenata di edilizia istituzionale. Il Tar ha accolto il ricorso di un’associazione ambientalista contro l’ipotesi di realizzare la nuova sede regionale nell’area dove sorgeva il vecchio stadio di Campobasso, destinata dal Piano Regolatore cittadino a diventare un parco pubblico.

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