Un indirizzo e-mail è rimbalzato per tutto il fine settimana sulle bacheche Facebook di militanti e sostenitori del Carroccio. Un indirizzo e-mail «per fermare il fango che la stampa ci sta gettando addosso» («i giornalisti andrebbero messi al muro e bun», scrive Donato Mastrotto, consigliere comunale nel vicentino) che fa seguito alla recenti parole di Roberto Maroni a proposito della supposta tangente Finmeccanica: «Noi siamo estranei a queste vicende, per questo procederemo legalmente nei confronti di chi ha associato, associa o assocerà la Lega Nord a questioni di tangenti».
L'indirizzo e-mail per dimostrare che questa volta la Lega fa sul serio («Adesso basta, su la testa!»), viene ripetuto a tambur battente dallo scorso venerdì in apertura di ogni trasmissione di Radio Padania: «Dal territorio sono già arrivate decine di segnalazioni che, insieme alle centinaia che contiamo di raccogliere,verranno tutte immediatamente trasmesse ad un nostro pool di avvocati per intraprendere azioni di risarcimento civile e per lasciare in mutande chiunque infanghi la Lega».
E' "bastafango@libero.it", account di posta cui tutti gli amministratori, militanti o semplici simpatizzanti del Carroccio sono invitati ad inoltrare «la documentazione degli insulti, le calunnie e gli attacchi alla Lega per tangenti inesistenti usciti su giornali locali e nazionali, radio e televisioni, volantini e manifesti». Una task force che sta coinvolgendo l'intero movimento, e i cui risultati 'l'Espresso' è in grado di anticiparvi.
Eccola, dunque, la top chart dei «giornali, radio e televisioni» finiti nella lista nera dell'orgoglio leghista.
In vetta al podio, due siti web: Giornalettismo e Affari Italiani. Seguono il Fatto Quotidiano e altre due testate on line, Lettera 43 e Linkiesta. Quotatissimi però anche il Giornale Radio Rai, Sky Tg24 e il TG3. Menzione speciale per Repubblica, l'Unità e il Manifesto. Ma ci sono anche «quelli che dovevano essere nostri amici» (il Giornale).
Nella lista di proscrizione anche qualche blog (come Infosannio.com) e le trasmissioni televisive o radiofoniche più detestate: Servizio Pubblico di Michele Santoro («Segnalo una vignetta di Vauro nella quale vengono raffigurati i quattro figli di Bossi, più uno ipotetico che viene definito "Elicottero Mazzetta"»); "Ballarò" di Giovanni Floris («Nell'ultima puntata, Crozza dice che "in India giravano le pale degli elicotteri, da noi il Trota girava in Audi"») e "La Zanzara" di Giuseppe Cruciani («Parenzo fa delle imitazioni e chiama i personaggi politici spacciandosi per Bossi, e la cosa gli riesce sempre perché quelli ci credono»).
In lista, anche nomi di politici: quello di Antonio Di Pietro e di Pierluigi Bersani. Il primo, perché «afferma in modo grave e irresponsabile che l'uso di fondi pubblici a fini privati coinvolge non solo i singoli ma l'intero sistema»; il secondo, per aver dichiarato che «la Lega si è venduta l'anima mettendosi con il miliardario».
E poi, in risposta agli appelli di Radio Padania («fotografate, fotografate tutto con il telefonino e inviateci il materiale: li lasceremo in mutande»), le segnalazioni dal territorio: «Nella bacheca del Partito Democratico di Canonica D'Adda, assieme ad altre schifezze, c'erano due fogli con su scritto, a pennarello, 'Lega ladrona'».
E solo il dio Po sa se scrivere un foglio a pennarello nella bacheca di un partito sia cosa querelabile o no.
Politica
30 aprile, 2012Un indirizzo mail a cui i militanti sono invitati a spedire nomi di giornalisti e siti che 'diffamano' il Carroccio. Obiettivo: una lista di proscrizione di persone «da lasciare in mutande». I nomi? Da Crozza a Cruciani, passando per Di Pietro, fino al circolo Pd di Canonica d'Adda
La Lega fa l'elenco dei nemici
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