Studioso dei comportamenti elettorali e direttore della facoltà di Scienze Politiche all'Università di Montpellier, Jean-Yves Dormagen analizza i risultati francesi.
Professore, Hollande come finirà il ballottaggio?
"La mia impressione è che Sarkozy sia rimasto il personaggio centrale delle elezioni del 2012 come lo era stato nel 2007. Ma con una differenza: allora aveva l'immagine del campione della destra che parla al popolo, oggi è visto come il presidente dei ricchi e non è amato da due cittadini su tre. Questo elemento può trasformare il secondo turno in un referendum su di lui. Invertire la tendenza sarà per Sarkozy molto difficile".
Tutta colpa della crisi?
"La crisi è arrivata a confermare il divorzio appena consumato fra Sarkozy e il suo elettorato popolare. Nel 2007 Sarkozy aveva vinto seducendo anche gli operai orfani del Partito comunista e sottratti alle tentazioni del Front Nazional. Poi Il bling-bling, la festa al Fouquet's, lo yatch di Bolloré, il Rolex al polso, i Ray Ban, l'esibizionismo della sua vita privata: tutti elementi che lo hanno perduto".
Quindi per lei, come per i sondaggi, Hollande sarà presidente?
"Ha buona possibilità di essere eletto. Ma non credo possa fare un governo di sinistra, non potrà fare tutto quello che vuole. Avrà i voti della gauche, e anche un quarto di quelli dell'estrema destra".
Quindi dovrà ringraziare anche Marine Le Pen?
"È interesse della Le Pen che vinca il candidato socialista. Potrebbe allora approfittare dell'esplosione della destra e della sua ricomposizione. Ma gli elettori non sempre fanno questi calcoli. Per loro è più importante ricordare che Sarkozy è sostenuto dalla Merkel e che loro, invece sono anti-Europa, per la chiusura delle frontiere e per l'uscita dall'euro"|.