Da quando sette anni fa Londra si è aggiudicata le Olimpiadi del 2012, le spese per ospitare l'evento sono cresciute a dismisura. Giorno dopo giorno. Se all'inizio si prevedeva che i Giochi sarebbero dovuti costare 2,9 miliardi di euro, oggi la cifra si aggira intorno ai 14 miliardi. E continua ad aumentare. Tanto che insieme alle spese sono maturate anche le critiche verso il comitato organizzatore dei Giochi di Londra, Locog (London Organising Committee of the Olympic Games and Paralympic Games), e l'autorità responsabile per la pianificazione e la costruzione degli impianti e delle infrastrutture.

Fino al 2010 il controllo dei Giochi era in mano a Tessa Jowell, il ministro laburista per le Olimpiadi e già moglie del noto avvocato David Mills. Ma con l'avvento dei conservatori nella primavera dello stesso anno, l'incarico ora unificato nel ministro per la Cultura, le Olimpiadi, i Media e lo Sport fu affidato a Jeremy Hunt. Polemiche a parte, Hunt è convinto che questa sia un'occasione ghiotta per l'economia del paese, e che quindi vada sfruttata al meglio. Così, oggi, è fin troppo chiaro che i Giochi sono innanzitutto un'opportunità più unica che rara per l'Est di Londra e per la sua completa rigenerazione. O almeno così li dipinge il governo. E per questo evita di parlare di "spesa eccessiva" o di uno "spreco di danaro". Eppure, facendo due rapidi calcoli la cifra delle spese complessive è presto fatta. Ed è ben più consistente dei già allarmanti 14 miliardi di euro. A essere aumentati drasticamente non sono solo i costi per la sicurezza (oltre 680 milioni), quelli per le cerimonie di apertura e di chiusura (97 milioni) e le spese per incrementare il numero di telecamere nascoste a circuito chiuso, Ccctv, (600 mila).

Se si prendono in considerazione anche le spese indirette, vale a dire quelle a lungo termine e non riservate esclusivamente ai Giochi (pari circa a 14,4 miliardi), si arriva a parlare addirittura di un costo complessivo non inferiore ai 24 miliardi per Londra 2012 (Pechino ne costò 36).

Oltre agli investimenti direttamente destinati allo sviluppo delle Olimpiadi, sono stati spesi 540 milioni per un piano quinquennale teso a favorire l'inserimento di giovani nello sport. L'obiettivo era 1 milione, ma si è a mala pena raggiunta la cifra di 109 mila persone.

Lungo la Lee Valley, da Stratford a Canary Wharf, stanno sorgendo nuove ferrovie, case, servizi e centri commerciali. Il tutto ruota intorno alle Olimpiadi. E il conto che Londra dovrà pagare sarà elevatissimo. Ma si crede che saranno altrettanto notevoli i benefici per le comunità locali ancora poco sviluppate.

Non sorprende dunque che saranno quartieri come Tower Hamlets, Hackney e Newham (che comprende anche Stratford) a ospitare le Olimpiadi. Tutti e tre risultano nella Top 10 dell'Index of Multiple Deprivation (un indice che mette a confronto le comunità della metropoli considerando sette elementi chiave e mettendo in evidenza educazione, crimine, povertà).

Un quarto di ogni sterlina spesa direttamente per lo sviluppo del Parco Olimpico è indirettamente indirizzata alla rigenerazione dell'East side. Il National Audit Office, in sostanza la nostra Corte dei conti, ha rilevato come in questa edizione olimpica di Londra i finanziamenti da parte del settore pubblico siano praticamente triplicati, mentre i contributi dei privati, complessivamente, siano scesi a meno del 2 per cento.

Le spese dei Giochi di Londra (2,4 miliardi solo per l'allestimento) sono coperte da entrate che derivano principalmente da tre voci: gran parte proviene dal governo centrale attraverso le tasse generali; un'altra parte consistente è frutto delle "council taxes" (le imposte comunali sugli immobili); un'ultima fetta giunge dai ricavi della lotteria (circa pari a 960 milioni).

Le Olimpiadi produrranno quasi 25 miliardi di utile. Ma, al di là delle spese totali, le perdite concrete rischiano di superare i guadagni ufficiali. Ogni sterlina in più spesa per i Giochi equivale a una sterlina investita in meno altrove.

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