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Vista da lontano la copertina di questa settimana è una grande pennellata “rosso Espresso”, ma è un’illusione ottica: il colore è quello degli abiti dei cardinali, che nei prossimi giorni entreranno in un Conclave quanto mai incerto. “Il rebus della Chiesa”, lo definisce lo strillo: l’articolo di Stefano Maria Paci scava nei dettagli di un’elezione in bilico tra il revanchismo dei conservatori e le speranze dei “bergogliani”, Carlo Tecce invece analizza l’importanza geopolitica che avrà il successore di papa Francesco. E mentre Massimiliano Panarari torna sul funerale, prima “vittoria postuma” di Bergoglio, Emilio Carelli nel suo editoriale elenca le sfide che aspettano il nuovo Papa, all’interno della Chiesa ma anche in un mondo assetato di cura della pace e dell’ambiente.

 

La pagina delle inchieste è particolarmente ricca questa settimana. Gianfranesco Turano fa il punto sulle manovre per rendere Anas indipendente da Ferrovie; Attilio Bolzoni racconta la “nuova mafia”, che uccide di meno e guadagna di più. La parte del leone la fa la sanità, tra ospedali fantasma che bevono soldi in Salento (lo rivela Roberta Grima), il Lazio che fa acqua da tutte le parti (in due articoli di Linda Di Benedetto) e reparti che cadono a pezzi in tutta Italia (di Serenella Bettin). E mentre a Brescia viene cancellato il cimitero in cui le donne uscite dall’ospedale dopo una gravidanza finita male potevano piangere i loro “figli non nati” (di Margherita Abis), da Palermo arriva una buona notizia: un farmaco sperimentale, scrive Carlo Buonamico, riesce a rallentare il cammino del diabete.

 

I referendum dell’8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza si avvicinano, e Sebastiano Messina mette in guardia contro il rischio di un flop che sarebbe uno smacco per l’opposizione. Che intanto, rivela Marco Antonellis, comincia a lavorare sulla scelta del candidato alla Regione Lazio. Giuliano Torlontano invece fa il punto sulle giravolte dei filoputiniani d’Italia, spiazzati dalle ultime stragi russe ma soprattutto dall’imprevedibile strategia trumpiana. E Vincenzo Giardina apre una pagina controversa della storia ucraina: quella di Stepan Bandera, eroe nazionalista per alcuni, marionetta nazista per altri.

 

Negli Stati Uniti intanto dopo cento giorni di Trump si contano di danni: ne scrivono Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni, mentre Federica Bianchi si concentra sulla spesa della corsa al riarmo dei Paesi europei traditi dall’alleato americano. Margherita Capacci racconta il processo contro Rodrigo Duarte, l’ex leader filippino accusato di crimini contro l’umanità per le migliaia di vittime della sua “guerra alla droga”, ma sostenuto da gran parte della popolazione. Paolo Biondani e i colleghi del Consorzio internazionale Icij svelano la rete di spionaggio cinese, che strumentalizza l’Interpol e si infiltra anche nelle ong.

 

Si parte dalle decisioni di Trump anche in economia, dove Eugenio Occorsio spiega perché l’imposizione dei dazi potrà rilanciare la globalizzazione: lo conferma un intervento dell’economista Luigi Buttiglione, che vede l’Europa come l’anello debole di una guerra economica mondiale. Federico Baccini fa i conti sulla “diaspora generazionale” che fa fuggire dall’Italia i migliori under 35, Matilda Ferraris rivela che l’offerta di case a 1 euro invece di rilanciare borghi abbandonati ha favorito solo gli speculatori, Benedetta Cerea presenta una rassegna che accende i riflettori su figure misconosciute di donne imprenditrici. E sul fronte della rivoluzione tecnologica in corso, mentre Marco Montemagno racconta come le voci create dagli algoritmi diventino sempre più simili a quelle umane, Alessandro De Pascale denuncia che l’alleanza tra riconoscimento facciale e intelligenza artificiale mette a rischio i diritti civili in Europa.

 

L’Espresso chiude con un giro d’Italia intellettuale: a Venezia il 10 maggio apre la Biennale Architettura (la presenta Gaia Manzini), Ricky Tognazzi racconta a Marisa Ranieri Panetta la sua passione per Favignana, Stefania Rossini difende Roma da un lettore che accusa i funerali del Papa di averla resa ancora più invivibile del solito e Bologna Nino Migliori, maestro di fotografia, apre il suo studio a Giuseppe Fantasia.

 

Maurizio Di Fazio fa gli auguri ai Peanuts che festeggiano i 75 anni con una meritatissima nuova edizione, Beatrice Dondi firma un ritratto di Gianfranco Funari, inventore della tv della “ggente”, Sergio Rizzo viaggia nel tempo per raccontare un thriller politico del 2027, Evelina Santangelo ed Emanuele Coen consigliano due romanzi freschi di stampa. Per finire, al lettore rimangono gli spunti di riflessione che legano attualità e memoria: Diletta Bellotti e Loredana Lipperini tornano a ragionare sul valore “divisivo” della Festa della Liberazione, mentre Carlo Cottarelli invita a non dare per scontati gli 80 anni di pace che ci separano dalla Seconda Guerra Mondiale.

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