«Dottore, mi raccomando, che martedì la aspetta Vico... Che quando arriva a Roma io porto il libro».
Ecco la frase, intercettata dai carabinieri del Ros, da cui è nata la nuova inchiesta su Marcello Dell'Utri. "Vico" è - secondo gli inquirenti - Giambattista Vico, o meglio una sua opera in prima edizione, presumibilmente una "settecentina" di grande valore.
Il senatore berlusconiano, già condannato per altri reati, ora è indagato anche per concorso in peculato: secondo la procura di Napoli sarebbe il beneficiario finale di almeno undici libri antichi rubati (con moltissimi altri) da un suo fidato factotum, Massimo De Caro, dalla biblioteca dei Girolamini, di cui era diventato direttore per nomina dell'ex ministro Galan.
Dell'Utri ha smentito tutto parlando di “una bufala”.
De Caro è in carcere da otto mesi come presunto capo di una "associazione per delinquere” accusata di aver «saccheggiato» il patrimonio della biblioteca, svaligiando in particolare la "sala Vico". Tra le carte allegate alle ordinanze di custodia (l'altro giorno sono scattati altri sei arresti) ci sono anche le intercettazioni da cui ha preso il via l'intera inchiesta.
Dalle telefonate registrate risulta che De Caro offriva libri di Vico a Dell'Utri perfino mentre il senatore era all'estero in attesa del verdetto della Cassazione sul suo delicatissimo processo per mafia a Palermo.
Dopo la condanna a nove anni in primo grado, ridotti a sette anni in appello, Dell'Utri rischiava di finire in prigione. La Suprema Corte invece ha ordinato un nuovo giudizio d'appello. Quel verdetto della Cassazione è del 9 marzo 2012. Le intercettazioni dei carabinieri, che indagavano su De Caro e Dell'Utri per una storia di corruzione, sono di due settimane prima.
Sabato 25 febbraio 2012, ore 21.57.
De Caro: Pronto, dottore!
Dell'Utri: Ciao Massimo
De Caro: Come va, tutto bene?
Dell'Utri: Tutto bene, grazie.
De caro: Dottore, le volevo dare una.... su quello che sta succedendo qui in Italia...
(…)
De Caro: Bene, bene, dottore... Poi mi raccomando, che martedì l'aspetta Vico... Mercoledì, quando arriva a Roma...
Dell'Utri: Certo, certo , ci vediamo mercoledì.
De Caro: ... che io lo porto a Roma, il libro...
Dell'Utri: e a questo punto sì, direi... certo, ci vediamo lì direttamente.
De Caro: Perfetto, dottore, un saluto allora.
Dell'Utri: Massimo grazie, un abbraccione.
De Caro: Grazie a lei, grazie.
Nella parte centrale della stessa telefonata De Caro rivendica a un parlamentare della corrente di Dell'Utri, di cui era il segretario, il merito di aver tagliato l'Imu sulle dimore storiche, favorendo così anche la Chiesa. E Dell'Utri commenta: «Giustissimo».
Nella stessa intercettazione De Caro, con la frase sull'Italia, ha offerto il primo spunto anche all'indagine sul rifugio e sul tesoro estero di Dell'Utri, accusato di aver nascosto a Santo Domingo, proprio in vista della Cassazione, una parte dei circa 40 milioni di euro versatigli da Silvio Berlusconi fino alla vigilia della sentenza.
Politica
30 gennaio, 2013Ecco le intercettazioni sul nuovo caso giudiziario in cui è indagato Marcello Dell'Utri. Che parlava al telefono con l'uomo ora accusato di aver saccheggiato volumi antichi nella biblioteca dei Girolamini di Napoli
«Dottore, le porto il libro»
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