Per monitorare la gestione e l'utilizzo dei fondi europei, un emendamento alla legge di stabilità prevede di "rafforzare" la Presidenza del consiglio assumendo oltre un centinao di funzionari esperti. Il compito è relativo ai finanziamenti Ue dal 2104 al 2020. Ma l'incarico è a tempo indeterminato. E implica un impegno economico di quasi 39 milioni di euro per i prossimi sette anni
Centoventi nuove assunzioni a tempo indeterminato “ai fini del rafforzamento delle strutture della Presidenza del Consiglio, dei Ministeri e delle Agenzie”, che dovranno monitorare la gestione e l’utilizzo dei fondi europei dal 2014 al 2020. L’utilizzo è a tempo, l’assunzione no.
Un piccolo esercito di funzionari nuovi di zecca da sfornare alla corte di Palazzo Chigi, che costeranno allo Stato 5.520.000 euro ogni anno, vale a dire un impegno di quasi 39 milioni di euro per i prossimi sette anni.
Lo prevede una blindatissima proposta alla legge di stabilità presentata dal relatore Maino Marchi, con il parere favorevole del Governo, che finirà nel monolitico maxiemendamento in votazione alla Camera in queste ore.
Alla faccia della spending review, borbotta qualcuno in Transatlantico. Mugugni che hanno trovato autorevolissima sponda nelle osservazioni che i tecnici del bilancio di Montecitorio hanno messo nero su bianco in un dossier consegnato ai deputati.
Tre i punti contestati. In primo luogo, scrivono, non sono stati forniti “i dati e gli elementi posti alla base della previsione di spesa indicata nel testo”.
E se ciò non bastasse, la proposta, così come è scritta, andrebbe a sbattere contro la legge che regola la contabilità di Stato e che prevede norme molto precise sulla copertura finanziaria. Mancherebbe, in particolare, “un quadro analitico di proiezioni finanziarie, almeno decennali, riferite all’andamento delle variabili collegate alle assunzioni”, in altre parole se il pacchetto di assunzioni fosse approvato in questi termini potrebbe finire per far lievitare ulteriormente i conti nei prossimi anni.
Il terzo busillis dei tecnici del bilancio riguarda, invece, il finanziamento delle assunzioni per gli anni 2014 e 2015. Stando al testo di Marchi, infatti, i primi 11 milioni andrebbero reperiti proprio dai fondi europei (che si dovrebbero, al contempo, gestire e monitorare), ma “andrebbe precisato se l’utilizzo dei Fondi strutturali europei per finanziare le assunzioni risulti coerente con la disciplina comunitaria in materia”, tanto per non prendersi l’ennesima bacchettata di Bruxelles, con rinvio al mittente anche del carico di bilancio.
E così, rarefatta tra le polemiche sulla web tax di Boccia, l’aumento inopinato dei membri della Consob da tre a cinque (in controtendenza con ogni altra Authority) e i soldi per fare nuovi stadi, si cerca di far rientrare dalla finestra una proposta già bocciata a settembre scorso dal Senato, allorquando si discuteva il decreto D’Alia sulla pubblica amministrazione.
Anche in quell’occasione si cercò di infilare nel bilancio questi nuovi 120 funzionari e la stroncatura, datata 19 settembre, fu giustificata in un parere della Commissione lavoro, secondo la quale si sarebbe prima dovuta verificare “la possibilità di coprire il proprio organico per mezzo di processi di mobilità.”.
Se ne deduce, allora, che in tre mesi non si sono reperiti in Italia funzionari pubblici in grado di monitorare come, dove e quando vengono spesi i soldi dei fondi europei e che, dunque, per spender meglio bisogna spender di più al peso 5,5 milioni l’anno.