Attualità
febbraio, 2013

Sicilia, un aiuto alle transessuali

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Nasce per loro, a Palermo, il primo ambulatorio pubblico a cui possono rivolgersi senza imbarazzi e paure, per problemi fisici ma anche psicologici. Un'iniziativa all'avanguardia a livello europeo

«Le vediamo arrivare spesso di notte. Al pronto soccorso. Imbarazzati, occhi bassi: hanno bisogno di un medico ma sperano di non essere riconosciuti dalla gente...».

Siamo a Palermo, ospedale Civico, il più grande della Sicilia. Qui, all'interno dell'unità operativa di Ostetricia e Ginecologia, sorgerà il primo 'Ambulatorio per l'equità di genere'. In soldoni, un reparto dedicato alle transessuali. La data del giorno di apertura è abbastanza eloquente: il 14 febbraio, San Valentino. A idearlo è stato il primario Luigi Alìo, a volerlo fortemente anche il regista Pedro Almodóvar che in Spagna ha già avviato realtà simili.

«Ci sembrava una decisione inevitabile. In questi ultimi anni il numero di questo tipo di pazienti è cresciuto. Ne avremo visti alcune centinaia. Hanno tra i 25 e i 40 anni. Vengono perché si sentono all'improvviso male, spesso per malattie sessualmente trasmesse come Aids o condilomi. Oppure perché hanno fatto abuso di estrogeni. Ma non è raro che cerchino solo un consulto medico gratuito visto che in genere sono costretti a scegliere un medico privato».

Il primario Alìo non si fa trasportare rimane cauto: «Iniziamo queste consulenze gratuite offrendo la nostra disponibilità solo due pomeriggi al mese, il secondo e il quarto giovedì. In base all'affluenza potremo chiuderlo o intensificarlo, vedremo».

Quello in Sicilia è un centro pionieristico in Italia: strutture simili sorte a Roma e a Firenze si occupano esclusivamente di terapie ormonali. A Palermo, invece, saranno disponibili psicologi, sessuologici, endocrinologi, ginecologi, chirurghi e persino esperti in medicine non convenzionali  (dall'omeopatia all'agopuntura).  

«Sono persone fragili che spesso si sentono a disagio tra gli altri pazienti. Anche chi ha già fatto l'operazione per il cambio del sesso può aver bisogno di metabolizzare questa scelta o soltanto di qualcuno che li sostenga a fare gli altri passi post-intervento: quello psicologico appunto e quello del cambio anagrafico. In ogni caso esiste tantissimo sommerso. Speriamo che anche loro possano trovare così un punto di riferimento. Per non dire di chi è costretto ad andare all'estero – spesso in Marocco - per per un intervento cifre che spesso non possono permettersi», aggiunge Alìo.

«Questa è proprio una bella stagione per i siciliani», dice Daniela Tomasino, presidente di Arcigay a Palermo che conta tremila iscritti. In città, i preparativi per il quarto Pride Nazionale (dal 13 al 22 giugno) sono iniziati con la mostra fotografica di Zanele Muholi, artista sudafricana nera lesbica (a Palazzo Ziino fino a fine febbraio). Tanto orgoglio nell'aria. «L'elezione di un presidente della regione che ha da sempre dichiarato il suo orientamento omosessuale non sarebbe mai avvenuta un po' di anni fa. Sono segnali molto importanti che speriamo accelerino altri cambiamenti. A livello regionale stiamo lavorando con i partiti al governo per approvare alcune norme per la parità di diritti. In Sicilia, è difficile avere un lavoro: ecco, se sei un trans impossibile». Ma questa è un'altra sfida, che riguarda la coscienza di ciascuno e della società tutta.

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