La designazione dei presidenti di Camera e Senato appare una vittoria per il segretario Pd. O è il segnale che l'unica via che gli resta per formare un esecutivo è quella, difficile, delle 'personalità' non espressione dei partiti? Ecco le voci, a destra e a sinistra, dal Palazzo

Da Gianfranco Fini, autore della nefasta legge sull'immigrazione, a Laura Boldrini, portavoce dell'Unhcr, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Da Renato Schifani, autore dell'omonimo lodo che sospendeva i processi delle cinque più alte cariche dello Stato (ad iniziare dal processo Sme di Silvio Berlusconi) a Pietro Grasso, fino a pochi giorni fa procuratore nazionale antimafia.

Insomma, la differenza tra gli attuali presidenti di Camera e Senato e i loro predecessori esiste, ed è una diversità che chi ha votato la coalizione di centrosinistra alle ultime elezioni politiche non può che apprezzare. Il Partito Democratico, e in particolare il suo segretario, riescono ad uscire con una vittoria, seppure parziale, dalla partita dell'elezione della seconda e terza carica dello Stato. Due nomi di alto livello, 'civici', e lontani dall'apparato del partito. Due nomi che, soprattutto, sono riusciti a mettere in difficoltà i "montiani" di Scelta Civica e il MoVimento 5 stelle, che al Senato si è spaccato in maniera evidente nel ballottaggio tra Renato Schifani e Grasso. Una spaccatura così evidente, che Beppe Grillo, dal suo blog, è arrivato a minacciare epurazioni per i senatori che non si sono uniformati alla linea della scheda bianca decisa dal gruppo.

La sfida di Bersani, comunque, rimane quella di formare un governo, cosa che - secondo alcuni osservatori - si sarebbe ulteriormente complicata dopo il voto di sabato.

Ettore Rosato, deputato del PD, molto vicino all'ex capogruppo Dario Franceschini, conferma che i democratici hanno tentato in tutti i modi di trovare candidature condivise per le presidenze di Camera e Senato: «Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo per coinvolgere Monti nella scelta delle cariche istituzionali. Purtroppo l'ex premier vedeva solo se stesso al Senato e noi non eravamo disponibili a fare uno sgarbo a Napolitano. Abbiamo ritenuto di presentarci con due candidature di alto profilo». Rosato, comunque, non nasconde le difficoltà che il segretario Dem dovrà affrontare: «La via per un governo Bersani si fa più stretta per un governo di parte, ma più larga per un governo che, pur sempre guidato da Bersani, abbia un coinvolgimento più ampio. Abbiamo dato la dimostrazione che non ci interessano le poltrone, ma puntiamo ad un governo con alte personalità civiche, sul modello di quanto fatto con Boldrini e Grasso. Quel che è certo - conclude - è che non si può prescindere dal Pd. Noi ci assumeremo la responsabilità di formare un esecutivo di alto profilo, poi vedremo chi si assumerà la responsabilità di dire che si preferisce andare al voto».

Soddisfatto per l'esito del voto anche il senatore democratico Giorgio Tonini, uno dei cosiddetti "montiani" del PD: «Sicuramente siamo usciti da una strettoia in maniera brillante, con due candidature di grande valore. Se il problema è riconciliare la politica con la società civile Grasso e Boldrini danno una grande contributo in questa direzione». Tonini, comunque, non nasconde le difficoltà: «

Purtroppo tutto questo con la formazione di un governo, come dice lo stesso Bersani c'entra poco. Sicuramente il nostro segretario ne esce rafforzato. Ma l'altro dato - evidente - è che il PD subisce un certo isolamento. Le altre forze non rappresentano alternative credibili, ma sono sufficienti ad impedire la nascita del governo. Il rischio - conclude Tonini - è di vanificare queste presidenze con un ritorno al voto a breve».

Dall'opposizione, invece, si leva più di qualche voce critica, soprattutto nei confronti di Laura Boldrini, neo presidente della Camera. Non è per niente soddisfatto della scelta Lucio Malan, senatore del PdL: «Di Laura Boldrini ricordo posizioni sempre a senso unico contro l'Italia sull'immigrazione; anche quando Zapatero sparava sugli immigrati, l'Italia era sempre al centro dell'attenzione della signora Boldrini. Come italiano è una cosa che non posso apprezzare. Per quanto riguarda Grasso vedremo cosa farà. E' una persona che io ho avuto modo di incontrare in meeting internazionali, e mi è parso una persona seria»

Malan, comunque, parla di sconfitta per Bersani: «Dal punto di vista politico è un insuccesso per il segretario del PD, perché vuol dire arroccarsi sulla non maggioranza che ha e non è riuscito nemmeno a coinvolgere Monti»·

Critica, quella di Malan, che sicuramente appare sensata, ma che non tiene conto del fatto che - comunque - Scelta Civica, con la sua decisione di optare per la scheda bianca, ha in qualche modo agevolato la vittoria di Grasso, evitando di appiattirsi sulla decisione del centrosinistra, ma incassando comunque un piccolo credito nei confronti del Pd, cosa che, potrebbe essere importante nei giochi per la costituzione del governo e della maggioranza per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica.