Un quarto d'ora al giorno. Di attività fisica intensissima. Per chi vuole stare in forma ma ha poco tempo. Funziona? E quali sono i rischi?
Si chiama High Intensity Training, quindici minuti di allenamento super-veloce pensati per chi vuole mantenersi in forma senza perdere tempo. A New York c'è addirittura una palestra ad hoc, la Serious Strenght (sta aprendo una sede anche a Londra). Niente specchi, né musica, ma macchine superpotenti in grado di far lavorare il corpo in pochi minuti quello che in condizioni normali richiederebbe - per quanto riguarda il consumo delle calorie e la resistenza aerobica - oltre un'ora.
Anche in Gran Bretagna l'attività sta prendendo piede: pare che il primo ministro David Cameron per ridurre la sua pancetta faccia diciotto minuti di jogging tre volte alla settimana, sotto la supervisione di Matt Roberts, personal trainer di star tra cui Noami Campbell. "Less workout, more work" (Meno esercizio, più fatica), così ha riassunto il "Financial Times" la nuova moda sportiva che comprende esercizi diversi, a seconda dell'attività, dalla corsa alla bicicletta, dal nuoto ai pesi, ciò che conta è il concetto di fondo: "alta intensità". «Uno degli allenamenti più diffusi è il Tabata Training, cioè venti secondi di corsa con dieci secondi di pausa, ripetuti per otto volte», dice Giuseppe Zampogna, specialista in medicina dello sport, esperto in Fisiologia dell'Esercizio presso Deltamedica, un centro medico che ogni anno solo in Lombardia visita più di 30 mila sportivi. «L'esercizio deve essere eseguito regolarmente, almeno tre volte alla settimana, perché lo stimolo che sollecita il muscolo è efficace solo se viene ripetuto spesso, altrimenti, risulta inutile. Non solo, il Tabata, essendo molto faticoso, come tutta la ginnastica ad alta intensità, deve essere praticato solo da atleti già allenati e che si sono sottoposti a un adeguato controllo medico».
Lo confermano anche alcune pubblicazioni americane, "Body by Science", scritto dal medico Doug McGuff e "The slow burn fitness revolution", di Fred Han, il fondatore delle palestre Seroius Strenght. Entrambi i testi sostengono che l'allenamento intenso è efficace, a patto di avere una buona salute e di essersi sottoposti a una visita medica. Che, per fortuna, rispetto al passato, è diventata più rigorosa in tutti gli ambiti sportivi. «Qualche anno fa si richiedeva al massimo un certificato di sana e robusta costituzione, oggi c'è maggiore attenzione allo stato di salute generale», dice Santo Praticò, specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione per Isokinetic, un gruppo medico che opera in ambito sportivo da più di vent'anni. «Entro breve dovrebbe essere approvato un decreto che contiene un protocollo specifico per le prestazioni richieste a seconda della disciplina praticata, nel frattempo è demandata al medico la responsabilità di prescrivere gli accertamenti necessari - di solito cardiaci, respiratori e articolari - perché una persona possa esercitare senza rischi una determinata attività».
In altre parole, il medico deve sapere esattamente che cosa va a fare il paziente in palestra e, a seconda della disciplina scelta, consigliare una sorta di check-up "su misura". Chi non è particolarmente allenato dovrebbe rimanere su un impegno cardiovascolare moderato, evitando attività troppo intense, come il Tabata. Anche se nel 2013, secondo l'American College of Sports Medicine che ogni anno anticipa le tendenze, ci sarà un grande ritorno delle discipline pesanti, tra cui il Boot-Camp (allenamento da campo) e il Cross-Fit (allenamento basico e veloce con corde, salti, manubri di ferro in grado di accelerare il metabolismo).