Le rappresaglie dei fascisti e dei tedeschi sui civili italiani tra il '43 e il '45 fecero 15mila morti. Molte sono rimaste impunite, ma i sopravvissuti non hanno dimenticato. Dalle loro immagini e dalle loro storie sono nati una mostra fotografica, un libro e un sito, dal titolo 'Io ho visto' basati sulle testimonianze di chi vide morire parenti e amici. Qui l'autore racconta la genesi del progetto

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LEGGI E ASCOLTA Le testimonianze interpretate da Pamela Villoresi

La sera del 22 aprile, nelle sale di Fandango Incontro, a Roma c'è stata una piccola magia. Ero lì seduto sulla poltroncina per presentare Io ho visto quando Pamela Villoresi ha iniziato a recitare. Ha tirato fuori da dentro se stessa la voce di una donna a cui i tedeschi hanno ammazzato la mamma e le sorelle. La voce di Cesira Pardini, medaglia d'oro al merito civile, sopravvissuta come per miracolo alla strage di Sant'Anna di Stazzema, una delle grandi stragi del 1944, 560 morti almeno.

Pamela Villoresi le ha dato voce leggendo le pagine di Io ho visto in cui Cesira racconta quei giorni. Pagine che ho scritto io dopo essere stato a casa sua, averla ascoltata, averle fatto qualche delicata domanda. Cesira a un tratto si alzò in piedi per mimare quello che successe. L'uomo mascherato che uccide la sua mamma, la porta della stalla che si apre alle sue spalle salvandola, la sua mamma per terra, uccisa, la sorellina di venti giorni piena di proiettili. La Villoresi recita con passione e ripete, senza che nessuno gliele abbia mai suggerite, soltanto leggendo il testo, le stesse identiche mosse che fece Cesira davanti a me.

È questa la piccola magia. Attimi di supremo dolore che passano dal cuore di chi li ha vissuti alla penna del cronista, dalla penna del cronista alla voce dell'attrice. Un circolo virtuoso che rende il più possibile duraturo nel tempo un dolore che nessun deve dimenticare, né cancellare. Che può fare, anche se solo in modo simbolico, quello che non è stato fatti da chi ne aveva il dovere: dare una parvenza di giustizia a chi è stato travolto dalla furia nazifascista tra il 1943 e il 1945. Perché se i tribunali militari italiani hanno condannato all'ergastolo decine di nazisti nessuno si è preso la briga di eseguire le condanne. In fondo è per questo che, nella tarda primavera dell'anno scorso, sono partito per il viaggio di Io ho visto. In giro per l'Italia con la mia compagna di vita, Paola, a cercare uomini e donne sopravvissuti alle stragi nazifasciste. Incontri travolgenti che si concludevano con una fotografia a chi aveva appena finito di raccontare i giorni più dolorosi della propria esistenza.

'Io ho visto' è nato così, giorno dopo giorno. Trenta storie di chi ha saputo rialzarsi dopo aver visto l'orrore puro. È andato avanti, ha costruito la propria vita, ha creato famiglie. Ma non ha dimenticato e non ha avuto giustizia.

Io ho visto è un libro, edito da Nutrimenti, fatto di 365 pagine e trenta fotografie. 'Io ho visto' è una mostra fotografica, allestita per la prima volta nelle sale di Fandango Incontro, con i trenta ritratti dei protagonisti del libro.

'Io ho visto' è un sito, www.iohovisto.it. Per far correre l'informazione più veloce, raggiungere magari anche chi vede un libro come uno strumento di conoscenza troppo impegnativo. Ma anche per creare un altro spazio dove la memoria possa essere depositata, per dar vita a quello che ho definito un progetto aperto per costruire altre storie. 'Io ho visto' è una canzone, Sussidiario di un vecchio bambino, scritta da un giovane cantautore, Luca Bussoletti, e che può essere liberamente scaricata dal sito. 'ho visto', infine, sono i personaggi che Pamela Villoresi ha creato interpretando i brani del libro. L'Espresso ne propone quattro tra quelli recitati la sera del 22 aprile.