Ha paragonato l'ex premier a Luigi XVI (ghigliottinato). Davanti a una giuria di tre signore, ha detto che il suo cliente «poteva avere donne in grandi quantitativi». Altro che toghe rosse: se il Cavaliere viene condannato, deve prendersela con il suo avvocato

Come si sa, uno degli effetti collaterali del berlusconismo è stato l'innesto in politica di un linguaggio brianzol-cummendatorizio, a partire dalla storica «discesa in campo».
Ma ora al suddetto idioma va registrata anche una sotto-categoria.

AVVOCATO GAFFEUR. È il ghedinese, lessico giuridico-erotico-pop, molto divulgato nei tribunali dal suo inventore l'avvocato Niccolò Ghedini, autore di strepitose gaffe e imprevedibili autogol. Come le più recenti infilate nei fumi dell'arringa difensiva nel processo Ruby, quando ha saltellato dal dio Priapo al re Luigi XVI, infausto paragone per il Cavaliere.

LEGGINE MAVALÀ. Il Codice Ghedini è assai innovativo. Ha sostituito l'«obiezione» processuale con il più spiccio «Ma va là». Le leggi ad personam, la Gasparri, il Lodo Alfano, la depenalizzazione del falso in bilancio, per dirne due-tre, sono solo delle «leggine». Mentre «se la legge è uguale per tutti, non lo è la sua applicazione». S'era capito.

SAN SILVIO. Scalatore di specchi nel dimostrare l'impossibile, azzecca e arruffa garbugli di vasta gamma, all'allampanato Ghedini, ali della toga svolazzanti, lunghissimi piedi da canguro, tocca ricostruire ad ogni processo l'immagine sociopolitica di Berlusconi sterilizzandola in un'aura di innocenza e probità.

DIRITTO CREATIVO. Il Codice rivela una giurisprudenza creativa. Per esempio non prevede l'induzione alla prostituzione. Soprattutto per alcuni soggetti, anzi per uno solo, Berlusconi che secondo il giurista non ha certo bisogno di pagare le donne, come voleva, invece, dimostrare la Procura di Bari. «Penso che potrebbe averne grandi quantitativi gratis», ha enunciato il legale. Grandi quantitativi di cosa?

Di donne, ovvio. Unità di misura e di trasporti preferiti? Tonnellate, container, tir con rimorchio, si immagina. Nessuna condanna, poi, in caso di avvenuto pagamento perché il solito Silvio che non è certo un allocco sarebbe stato «l'utilizzatore finale» (neologismo ora presente nella Treccani).

SPOGLIARELLI IN AULA.
Interessanti anche gli articoli del Codice sul corpo del reato, sul corpo a corpo e sul suo funzionamento da dimostrare quando è in ballo la reputazione di una persona. «Berlusconi è pronto ad andare in aula per spiegare che, non solo non è un gran porco, ma nemmeno impotente».
Giusto, quando il diritto non basta, meglio passare allo strip-tease. «E perché mai il Cavaliere non dovrebbe poter spiegare a venti milioni di italiani, suoi affezionati elettori, che è perfettamente funzionante?», chiede retorico l'avvocato.
Pronto però nell'arringa del processo Ruby a lamentarsi, di colpo "prude", della curiosità dell'accusa verso la statua di Priapo, dio noto per essere alquanto dotato, presente nell'elegante salotto di Arcore.

ILLEGITTIMO PROCESSO. Così per rimarcare la prevenzione dei giudici di Milano, Ghedini si paragona a Raymond de Sèze, l'avvocato francese e massone, difensore di Luigi XVI di fronte a un tribunale rivoluzionario. Una difesa dall'esito sfortunato visto che la ghigliottina troncò la testa del re. A de Sèze andò meglio: fu nominato presidente della Corte di Cassazione. Visti i tempi vai a sapere cosa sarà del Codice Ghedini se va avanti cos

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