La vecchia Europa, dove nacque la rivolta degli anni Sessanta e Settanta, oggi è distratta. Non sembra neppure accorgersi dei giovani che da quindici giorni a Sofia protestano contro corruzione e criminalità organizzata

Questi sono giorni in cui – mentre l'Europa langue, priva di idealità politiche forti e stretta in logiche di bilancio che poco spazio lasciano alla discussione sui diritti – diversi focolai di rivolta si accendono in luoghi fisicamente lontani tra di loro, ma così vicini e simili. Certo, i politologi di professione storceranno il naso: la scienza è professione di distinzione e l'analogia è una trappola sempre pronta a scattare. Ma questa primavera adesso estate unisce le piazze e le strade turche, brasiliane ed egiziane più di quanto possa sembrare. E noi europei lo dovremmo sapere bene, perché questo fermento, generazionale, sociale, in una parola politico, è quello che ha attraversato l'Europa tra gli anni Sessanta e Settanta.

Se non avesse smarrito il proprio senso e la propria prospettiva, nell'affanno costante di far quadrare i conti, chiedere più disciplina o pietire indisciplina, forse il vecchio continente potrebbe guardarsi alle spalle, scoprire e osservare le sue strade e le sue piazze, invase da volti e corpi, tanto simili a quelli che hanno occupato piazza Taksim, tornano a Tahrir e non accennano a rientrare nelle case di San Paolo, Rio, Brasilia. E dobbiamo dire che l'Europa è tanto distratta da non accorgersi che a pochi chilometri dai propri Uffici politici – o contabili? – la Bulgaria, i giovani bulgari sono in piazza da quindici giorni, contro la corruzione e la criminalità organizzata, che sono strettamente annodate come ha ben spiegato Misha Glenny nel suo importantissimo "McMafia". La rivolta non è un'esigenza estetica ma la genesi della democrazia: il tiranno può avere il volto di Mubarak o quello di oligarchie nascenti dall'incancrenirsi di un potere durato troppo a lungo, come in Turchia e Brasile.

La versione integrale dell'Antitaliano di Roberto Saviano è sull'Espresso in edicola dal 5 luglio 2013

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