Per fare cassa il Campidoglio introduce le cartine a pagamento, mentre in tutte le città d'arte vengono regalate. Incasso presunto dalle royalty: appena 225 mila euro. Mentre circa un milione (il 75%) andrà a una società privata. L’assessore: "Quelle gratuite resteranno". Ma negli infopoint ai dipendenti risulta il contrario

Sognate un weekend romantico nella Città eterna? Allora evitate di perdere tempo in fila ai punti informativi: le mappe del centro storico sono terminate. Se siete fortunati, le troverete fra qualche settimana. In compenso potete acquistarle dai tabaccai e nelle edicole. Sembra incredibile eppure nella capitale che ogni anno vede in entrata flussi turistici a sei zeri (oltre 12 milioni le presenze nel 2013), da un mese non c’è verso di trovare una cartina gratuita della città. Tutto terminato, nonostante l’appalto assegnato dal Campidoglio preveda una fornitura da 3 milioni di copie l’anno. Si badi bene: mappe gratis per i visitatori ma anche per l’amministrazione, dal momento che tutte le spese sono coperte coi proventi delle inserzioni pubblicitarie.

Adesso la giunta Marino ha però deciso di imprimere una svolta “profit” alle sue politiche per il turismo, nonostante proprio la gratuità sia un punto fermo per quasi ogni città d'arte. Davanti alla difficile situazione economica, “in via provvisoria e sperimentale”, il comune ha ritenuto “maturo il momento per prevedere la vendita di una mappa ufficiale e di una guida della città di Roma”, come recita la relativa delibera. Quanto ai visitatori, non avranno di che lamentarsi, perché in questo modo “disporranno di uno strumento fondamentale di orientamento”. Prezzo dei prodotti: 1 euro e 50 centesimi per la cartina della città, 2 euro e 50 per la guida e 1 euro per quella di Ostia e Ostia antica. Prodotti che non saranno disponibili solo negli infopoint ma anche all'interno di librerie, agenzie di viaggio, hotel, edicole e via dicendo.

Insomma, mentre le principali città d'arte fanno a gara per accaparrarsi i visitatori dei Paesi emergenti, a Roma si cercare di fare cassa alla buona per trovare fondi da destinare “alle iniziative di promozione turistica”. Una scelta, avviata in parte dalla giunta Alemanno nel 2012, forse discutibile ma comunque legittima. Il fatto è che questa decisione non porterà nemmeno grandi vantaggi economici: entro metà novembre, quando scadrà l’appalto, il Campidoglio prevede un introito di appena 210 mila euro, più altri 15 mila derivanti dalla raccolta pubblicitaria. Circa 800 euro al giorno. Le royalty fissate per la vendita delle mappe sono infatti irrisorie: 25 centesimi per mappa e guida di Roma e 20 centesimi per quella di Ostia. Rispettivamente il 10, il 17 e il 20 per cento del totale.

Ben altri profitti si prevedono invece per la A&C Communication, la società che nel 2011 ha vinto il bando triennale per la realizzazione della mappa cittadina: 2 euro per ogni guida (80 per cento del prezzo), 56 centesimi per la cartina di Ostia (56 per cento) e 94 centesimi per quella di Roma (62 per cento). A conti fatti, se le previsioni di vendita saranno rispettate, l'azienda metterà in tasca all'incirca un milione di euro. Il tutto a pochi giorni dai rilievi della Corte dei conti, che ha bacchettato il Campidoglio per l'eccessiva “generosità” verso i gestori privati delle biglietterie dei musei, che durante le mostre arrivano a incassare fino al 70 per cento delle entrate.

«Le vecchie mappe non erano più sostenibili perché la raccolta pubblicitaria non era sufficiente a coprire i costi» spiega l'assessore al Turismo, Marta Leonori. «Comunque quelle gratuite non spariranno, continueranno a essere disponibili nei PIT (punti informativi turistici, ndr)». A tutti i lavoratori dei quattro infopoint visitati dall’Espresso (su 11 in totale) risulta però il contrario: «Quelle gratis sono finite a dicembre e ci hanno detto che d’ora in poi saranno in vendita», il refrain ricorrente.

A sentire l’assessore, a ogni modo, i turisti potranno sempre fare affidamento sulle cartine gratis. Sempre se le troveranno. La penuria di questi giorni è infatti tutt’altro che nuova: sempre stando a quanto raccontato dai dipendenti, i punti informativi sono stati a corto di materiale dalla scorsa estate e fino ai primi di dicembre, tanto che l'indicazione era di “centellinare le copie distribuite”.

Già, perché negli ultimi anni a Roma si sarebbe perfino sviluppato un vero e proprio mercato nero delle mappe gratuite: introvabili o quasi nei PIT ma diffuse negli alberghi e nei b&b, dove a volte vengono anche vendute agli inconsapevoli turisti. Dai quali adesso si pretende anche il gravoso compito di risollevare le precarie sorti della cultura nella Città eterna.

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