M5S, Beppe Grillo espelle anche i contestatori La loro colpa? Aver chiesto più trasparenza

Con il solito post scriptum in coda a un articolo che tratta tutt'altro argomento, l'ex comico epura anche i quattro che nella festa al Circo Massimo avevano esposto un cartellone sul palco. E ancora una volta si accende la polemica

Dire che sono stati espulsi con un post via blog non rende l’idea. Dire che sono stati espulsi con un post scriptum nemmeno. Per cogliere appieno la portata spiazzante dell’epifania, quasi di sapore futurista, escogitata da Grillo e Casaleggio per espellere i quattro attivisti a Cinque stelle, colpevoli di aver portato uno striscione sul palco pentastellato del Circo Massimo chiedendo trasparenza, bisogna anzitutto andare sul blog e cominciare leggendosi il post in questione, quello che dà origine alla notizia. Titolo: “Press obituary/5: i gruppi editoriali. I cinque anni di caduta libera in borsa dei gruppi editoriali italiani”.

Dice: che c’entra? Un momento. Ecco l’incipit: “Questo quinto post sulla morte dei giornali sarà inserito nello studio "Press obituary" di prossima pubblicazione su questo blog. La fine dei giornali è una delle cose più prevedibili del nostro futuro, gli unici che non lo sanno ancora sono i giornalisti. Si tratta solo di stabilire la data del decesso che da Stato a Stato varia tra i 5 e i 10 anni”.

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Bene, fantastico: ma quando si arriva all’espulsione? Pazienza, prego. Il post prosegue riportando, sempre sul medesimo tono, dati sul calo della pubblicità nei cinque principali gruppi editoriali italiani, secondo il recente rapporto della Fieg, che parla di una “flessione in un solo anno di 306 milioni, che percentualmente corrisponde a un meno 21,2”. Argomento esaurito? Macché. Ci sono riportate le variazioni degli ultimi cinque anni in borsa dei gruppi editoriali, con tutte le percentuali della picchiata, fonte Yahoo! Finanza.

Infine la sentenza: “Investire oggi in borsa su un quotidiano o un gruppo editoriale è come investire sulla stele di pietra del codice di Hammurabi”. Firma: “Gianroberto Casaleggio”. Sotto: i quattro link ai post precedenti sull’argomento.

Solo a fine pagina, di botto, senza preannunci, alla faccia del giornalismo che agonizza e dei suoi capisaldi (mettere la notizia all’inizio, per esempio), arriva il post scriptum. Sospiratissimo. “PS: Giorgio Filosto, Orazio Ciccozzi, Pierfrancesco Rosselli, Daniele Lombardi, hanno disatteso ai loro compiti di responsabili della sicurezza del palco di Italia5Stelle per occupare il palco stesso. I 4 sopracitati sono fuori dal MoVimento 5 Stelle”.

Insomma, guai a distrarsi e saltare qualche riga. Se sei un grillino, puoi finire espulso senza nemmeno accorgertene. Anche gli attivisti di #occupypalco, in effetti, vengono avvertiti dell’avvenuta cacciata dai giornalisti che li chiamano per chiedere un commento. E rispondono via Facebook, con una nota sulla loro pagina: “Possiamo solo dire che non ci fa né caldo né freddo. Essere esclusi da un portale e quindi non poter votare su un sistema dove non vi è la benché minima trasparenza, non può che lasciarci indifferenti”.

Spiegano anche che nessun “P.S., arbitro o "Staff" ci potrà mai togliere la maglia di attivista del Movimento, visto che questa maglia non si ottiene con un'iscrizione su un portale ma con l'impegno, l'energia e la passione”, eccetera. Chiedono anche: “Chi ha provveduto agli accertamenti, chi ha gestito la pratica, chi ha emesso la condanna e chi l'ha eseguita?”.

Già, chi? La scelta è rivendicata anche da Grillo su Facebook ("Vi ricordate? Erano saliti sul palco del Circo Massimo. Nei loro confronti abbiamo preso questa decisione"), con tanto di foto in cui i quattro espulsi sono segnati con un cerchietto rosso. Qualcuno l’approva, ma non mancano le critiche. Su Facebook, il capogruppo al comune di Parma Marco Bosi domanda: “Ma cosa cazzo stiamo diventando? Davvero nel M5S è stato introdotto il reato di opinione senza che nessuno ci avvisasse?”. Su twitter un attivista protesta: “A noi non la chiedete più l'opinione? Ricordo di aver votato per le espulsioni ma non le ultime che sono state fatte senza passare dalla base".

Già, a quanto pare la consultazione degli attivisti, il voto on line pur contestato da alcuni per scarsa trasparenza, nel Movimento non usa più. Siamo alle scomuniche via portale e alle repliche via social network. L’ultimo cacciato prima di oggi (via mail), il sindaco di Comacchio Marco Fabbri, ha parlato di “deriva fascista”.

Marinettiana, si direbbe piuttosto. O al limite alla Kubrick. Con un andamento che, più di qualsiasi processo politico passato o presente, ricorda lo strepitoso Peter Sellers nei panni del Dottor Stranamore che mentre parla deve continuamente correggersi (“senza dubbio, mein Fuehrer.. oh eh volevo dire: signor presidente”) e deve combattere sempre con quel braccio destro, che gli scatta involontariamente verso l’alto.

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