Il grand hotel Gianicolo rischiava di fallire come accade al 90 per cento delle aziende sottratte ai clan. Invece l'albergo che sorge sulla Gianicolense, a pochi passi dal cupolone di San Pietro, ha decisamente invertito rotta dopo l'estromissione della 'ndrangheta: i dipendenti sono stati messi in regola e ne sono stati assunti di nuovi. Un giovane chef calabrese è stato valorizzato, così come è stato ingaggiato un direttore esperto che ha risollevato le sorti della struttura.
Ogni mese vengono organizzate degustazioni e, infine, il restyling ha reso l'albergo un vero quattro stelle. Se a tutto questo si aggiunge che il bilancio è in attivo, ecco che il Gianicolo rappresenta la perla rara nel panorama desolante dei sequestri e delle confische. Un lieto fine, insomma, che in altri casi non c'è stato. Il Cafè de Paris di via Veneto, simbolo della dolce vita romana, chiuso dopo la confisca e con i lavoratori mandati a casa, è lì a ricordarcelo.