La 'ndrangheta vince anche al Nord perché è diventata mafia economica. A spiegare come sia potuto succedere è Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Reggio Calabria, che insieme ai pm di Milano indaga sui clan tra continue intimidazioni: come avvertimento le cosche hanno fatto trovare un bazooka in grado di distruggere la sua auto blindato.
Qual è la vostra scoperta più importante?
"La nuova fotografia della 'ndrangheta. Le sentenze di 10-15 anni fa descrivevano famiglie non collegate se non occasionalmente. Via via che i suoi interessi crescevano, si è creata un'organizzazione di tipo unitario e verticistico: c'è un organismo definito "Crimine" o "Provincia" che dà le direttive ed è capace di farle rispettare".
Insomma, ora c'é una Cupola come in Cosa Nostra. E chi comanda?
"La provincia di Reggio Calabria rimane il cuore e il cervello della 'ndrangheta".
Di 'ndrangheta al Nord si parla poco, eppure 156 dei 304 arresti di luglio sono lombardi. Come spiega questa sottovalutazione?
"Credo che sia difficile per chi abita nelle regioni del centro-nord accettare l'idea che la "linea della palma", come Leonardo Sciascia definiva il progredire dell'infiltrazione mafiosa, sia arrivata fin lì".
Il bazooka davanti al suo ufficio, l'attentato al procuratore generale... C'è il rischio di una nuova stagione di terrorismo mafioso?
"Sono contrario alle previsioni "guerresche". Posso solo dire che a Reggio c'è un clima di grande tensione, dovuta a cause diverse. Tra queste, l'efficacia dell'azione repressiva dello Stato. Ma probabilmente anche il fatto che nella società civile si è mosso qualcosa, fino ad arrivare a manifestazioni e prese di posizioni che questa città non conosceva".
Mafia economica: dove sono più forti i clan calabresi e lombardi?
"Storicamente il primo settore è il movimento terra. Ma le indagini hanno dimostrato la capacità di inserirsi in grandi opere, distribuzione commerciale, sanità, negozi di lusso... Le enormi liquidità delle cosche possono farle entrare, su richiesta di soggetti in difficoltà, in qualunque settore".
Che fatturato muove la 'ndrangheta?
"Le stime più recenti ipotizzano un giro d'affari di 43 miliardi di euro".
Le vostre indagini documentano complicità impressionanti: sembra essere nata una "borghesia mafiosa" anche al Nord.
"La capacità di infiltrazione è una caratteristica essenziale di tutte le mafie. Spero che il susseguirsi delle indagini faccia comprendere quanto è grave il pericolo e spinga tutti a reagire".
Viste le intercettazioni, condivide l'allarme per le grandi opere come l'Expo di Milano?
"È necessaria la massima attenzione, non solo nell'aggiudicazione ma anche nell'esecuzione dei lavori. Strumenti come la tracciabilità dei pagamenti e le "white list" delle imprese possono essere utili".
Condivide l'appello ai partiti a non candidare pregiudicati o indagati per reati di mafia?
"Io comprendo la difficoltà, specie di fronte ai tempi lunghi della giustizia, di escludere un candidato sulla base di elementi non definitivi. È però responsabilità della politica prendere una decisione chiara, per esempio un codice di autoregolamentazione, e poi rispettarla rigorosamente".
Scheda18.02.2013
'Fimmine ribelli', il libro