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Ma il riordino del 5 per mille non è l’unico capitolo della riforma. C’è quello dell’impresa sociale - del quale si parla nell’articolo di queste pagine - con la trasformazione della parte del non profit che sta sul mercato e vende beni e servizi. C’è la riforma del volontariato e quella del servizio civile negli enti accreditati del Terzo settore ?e presso le pubbliche amministrazioni. Una riforma presentata dal governo come un fiore all’occhiello, che però è parso subito appassire con la legge di stabilità, che ha stanziato per l’anno prossimo solo 50 milioni, ancor meno di quelli della finanziaria di Letta.
Dopo le proteste della Consulta nazionale degli enti di servizio civile, Renzi ha annunciato che al senato arriverà qualche soldo in più. Anche perché con il servizio civile il governo spera di mettere una pezza al flop di Garanzia giovani, lo strumento nel quale sarà convogliata l’anno prossimo una parte delle domande proprio per il servizio civile: erano 90 mila lo scorso anno, ma il sistema ne ha assorbite solo 15 mila. Si conta di arrivare almeno a 40 mila nel 2015, e di arrivare a quota 100 mila nel 2017.
Saranno ammessi anche gli stranieri: anche se la legge per ora non ne fa menzione, il governo si è adattato dopo le sentenze giudiziarie ricevute per aver discriminato ?i non italiani. Dunque, già nei bandi in corso si prevede che gli stranieri che sono qui da più ?di 5 anni possano fare servizio civile. Infine, la conseguenza necessaria di tutta la riforma ?è un riordino dei requisiti per avere diritto alle agevolazioni fiscali: che, si legge nell’audizione dell’Agenzia delle Entrate alla Camera, pesano sulle casse pubbliche per 1,2 miliardi l’anno.