Dialoghi dell'Espresso, a Napoli
per parlare di veleni e Terra dei Fuochi
"La politica ha ignorato il problema"
La prima tappa della nuova edizione degli incontri itineranti dell'Espresso. Nella città partenopea per tornare ad affrontare il tema dell'inquinamento insieme a docenti, giornalisti ed esperti. Mentre dal pubblico i ragazzi chiedono: "Non fateci andare via da qui"
Sono arrivati da Caivano, da Casalnuovo, dalla stessa Napoli. Hanno ascoltato con attenzione gli interventi di esperti e giornalisti. Sulle loro spalle sentono forte la responsabilità del futuro. Sono i giovani della Terra dei Fuochi, territorio martoriato da veleni e sversamenti abusivi. Per loro l'Espresso ha organizzato un incontro alla Seconda Università degli Studi di Napoli, riaprendo il ciclo di dibatitti itineranti dei "Dialoghi dell'Espresso" dopo il successo della passata e prima edizione. [[ge:rep-locali:espresso:285492074]] I relatori, introdotti dal direttore Bruno Manfellotto e dal Rettore Francesco Rossi, sono intervenuti tentando di spiegare ai ragazzi cosa sta accadendo e quali sono i progetti futuri, anche a margine della conferenza stampa del Governo nella quale sono stati illustrati i dati relativi all'inquinamento dei terreni.
"Le mafie hanno saputo sfruttare economie di scala e fare soldi con le discariche clandestine", spiega Gianluca Di Feo dell'Espresso, "Oggi il territorio italiano e campano deve convivere con un mostro senza sapere in realtà quali danni sta creando".
Un punto di vista condiviso anche dal magistrato Raffaele Cantone, appena nominato a capo dell'Autorità contro la corruzione: "Si parla del 2% di territori inquinati e gli altri? Il 2% si riferisce a quelli analizzati, non a tutti. Inoltre devo ribadire che non è stato ancora bonificato un centimetro di territorio. Per anni c'è stato un completo disinteresse della classe dirigente e grande responsabilità per questa vicenda è dell'imprenditoria del centro e del nord. La camorra è solo un pezzo del problema. Sembra che tutti si siano svegliati adesso ma noi lo sappiamo dagli inizi degli anni 90". E continua "Non lasciateci soli adesso".
Daniela Minerva dell'Espresso concentra invece la sua attenzione su un tema non preso sufficientemente in considerazione: "Non ci viene detto quello che c'è nell'aria, a mio giudizio più pericoloso di quello che c'è nella terra. Il decreto ambiente non parla di questo ed è grave. In Campania ci sono livelli mortalità come in regioni industrializzate. Bisogna dire quindi che la comunità scientifica si è mossa in modo scomposto, e sul tema Terra dei Fuochi è ora di chiarire molte cose".
Paolo Pedone, docente del dipartimento Scienze Tecnologiche Ambientali, ha incentrato il suo intervento su un tema specifico: "Chiediamo alla Regione di togliere una parola: emergenza. E' uno stato, un'idea che porta solo commissari e poteri speciali ma che non risolve il problema". Poi, sulla vicenda tumori: "Bisogna verificare le incidenze dei tumori e cercare di capire cosa sta succedendo in realtà su questo territorio. Il punto è che i dati sulla Terra dei Fuochi non sono veramente a disposizione di tutti e non va bene. Ora non ci resta che pretendere la bonifica".
Francesca Santagata dell'Abc Napoli parla invece della copertina de L'Espresso "Bevi Napoli e poi muori": "I magistrati e la stampa sui temi ambientali devono confrontarsi con i tecnici. Non si può interpretare così un documento degli americani. Tra l'altro, in qualsiasi parte del mondo, proprio gli americani avrebbero trovato gli stessi problemi. Hanno analizzato le acque di case che prendono la risorsa da pozzi abusivi. La stampa, stravolgendo i dati, può fare dei danni addirittura peggiori". Frasi che scatenano la replica del magistrato Cantone: "Non sono d'accordo che i dati e i documenti debbano leggerli solo i tecnici, io voglio chiarezza e voglio che i documenti siano resi noti ed interpretati in modo trasparente. La magistratura ha sempre fatto il suo dovere. Anzi, se non avessimo cominciato noi, non ci sarebbe mai stato nulla".
Carmine Gambardella, direttore del Dipartimento Architettura e Disegno Industriale, riflette sui parametri di misura dell'acqua, rimasti a fine '800: "I dati si basano su tabelle che non sono più al passo con i tempi". A replicare è Santagata: "L'Italia si è adeguata alle leggi europee del 2001. Non è vero che i parametri sono quelli di un secolo fa". Il giornalista Paolo Chiariello, autore di diversi servizi sulla Terra dei Fuochi, fa riflessioni sul tema bonifiche ma non solo: "La la prima cosa è sicuramente controllare che le bonifiche non siano il nuovo guadagno della camorra. Ma non si tratta solo di questo. Bisogna bonificare anche le nostre coscienze".
Gli studenti hanno ascoltato con attenzione e hanno poi raccontato la loro personale esperienza: "Io non voglio andare via da qui - spiega un diciottenne - Voglio fare l'oncologo e risolvere i problemi della mia terra". "Io sono uno sportivo - racconta un altro ragazzo - e corro dove sversano i rifiuti. L'ho visto con i miei occhi che gettavano dei fusti tossici. Ho anche avuto paura che mi vedessero e che potessero minacciarmi".