Gli organizzatori dicono di aver raccolto un milione e mezzo di voti ed Rt, il canale televisivo russo, dedica un servizio al plebiscito. Abbiamo provato anche noi a dare il nostro sì. Basta inventarsi un'identità per votare quante volte si vuole

Scade oggi la settimana di votazione per dire sì all'indipendenza del Veneto. «Vittoria», cantano già gli organizzatori, in particolare Gianluca Busato, piccolo imprenditore (un solo dipendente) veneto nel campo dei software che da anni guida il movimento per la secessione. Sono un milione e mezzo i voti registrati, secondo il comitato, che ha già incassato l'appoggio del governatore Luca Zaia, pronto a considerare il voto online un'espressione quanto meno "rappresentativa" del sentimento popolare.

Plebiscito.eu incassa così, secondo i fondatori, milioni di sì, mentre del caso iniziano a parlare i media di tutto il mondo. In particolare l'emittente russa Rt ha voluto dedicare al referendum un intero servizio, intitolato proprio: «Crimea? No, Venezia! Il referendum che passa inosservato nella Ue». «Il Governo ha dichiarato che il plebiscito è illegale», dice lo speaker: «Ma gli attivisti sostengono che Roma non avrà altra possibilità che non accettarlo».
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Partecipare a questo grande momento per la repubblica veneta è facile. Basta inventarsi un'identità. Inserire una mail. Improvvisare un numero falso per il documento e votare: l'abbiamo fatto, inventando una Samanta Rossi nata a Vigonza, in provincia di Padova, nel 1968. E dando il nostro sì ai quattro quesiti che si trovano sul sito web del referendum: quello per l'indipendenza, il principale, quello per scegliere se il nuovo Veneto libero adotterà l'Euro oppure no, se rimarrà nell'Unione Europea e se uscirà dalla Nato. Voto accettato, in tutti e quattro gli step.
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