Gerolf Annemans
«L'Ue? Vuole unire con il pugno, come hanno fatto in passato Adriano, Carlo V, Napoleone e Hitler», ha detto pochi giorni fa lanciando la campagna elettorale. Gerolf Annemans è nato 55 anni fa ad Anversa. Laureato in legge, deputato nazionale, dal 2012 è presidente di Vlaams Belang, Interesse Fiammingo. Ha mosso i primi passi politici nella principale associazione studentesca cattolica, nota per il suo conservatorismo reazionario e del cui giornale era il caporedattore. Ha cominciato poi a collaborare con “Dietsland Europa”, un mensile di estrema destra pan-olandese che rivendicava la creazione dei “Grandi Paesi Passi” e che è all'origine della nascita del partito secessionista Vlaams Blok, nel quale Annemans è entrato nel 1985 e che nel 2004, dopo essere stato condannato per razzismo e xenofobia, si è trasformato in Vlaams Belang.

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Del partito nazionalista fiammingo Annemans rappresenta oggi la corrente moderata, mentre a dare voce a quella radicale è Filip Dewinter, che appartiene alla sua stessa generazione, quella che, al di là della storica rivendicazione fiamminga, ha spinto il partito su posizioni più anti-immigrati, lo ha “lepenizzato”. Nel 2004 Annemans ha visitato a lungo gli Stati Uniti per frequentare i think-tank della destra neocon, e l'anno dopo ha suscitato scalpore per essersi detto favorevole alla presenza di candidati musulmani nelle liste del partito.

Per Annemans, come ha detto in una recente intervista, l'Ue è diventata «un'unione di trasferimento del denaro da Nord a Sud» e «la Grecia è un Paese sottosviluppato dove neanche la malaria può essere debellata». Anni fa disse di non ritenersi vincolato alla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo, che «è stata scritta insieme a persone del Senegal e della Costa d'Avorio». Il Vlaams Belang conta 12 deputati alla Camera belga e un eurodeputato.

(D.C.P.)

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