
Sul suo sito si definisce «un vero austriaco», e la sua campagna europea l'ha voluta intitolare «Tour dei patrioti». Divorziato, due bambini, il suo film preferito è “Braveheart”. Dice di non volere «distruggere l'Europa», ma combattere contro le sue eccessive regolamentazioni e per una «Europa delle patrie».
Occhi azzurri, muscoloso, “HC” – come si fa chiamare – per le comunali di Vienna del 2010, dove raggiunse il 27 per cento delle preferenze, girava per le discoteche per conquistare il voto giovanile, anche ricorrendo a un fumetto in cui il protagonista, a mo' di Superman, era lui stesso, “Super-Strache”, e cantando in prima persona delle canzoni rap. La sua campagna era perlopiù incentrata contro l'Islam: contrario ai minareti e al velo, si faceva notare per slogan come «Vienna non deve diventare Istanbul» o «Noi proteggiamo le donne libere, l'Spö (i socialdemocratici, ndr) il foulard islamico», oppure anche «Più coraggio verso il nostro sangue viennese».
Poche settimane fa è stato costretto a prendere le distanze dal suo candidato Andreas Mölzer, europarlamentare uscente, che aveva espresso il timore che l'Ue, da lui già paragonata alla Germania nazista, diventasse «un conglomerato di negri» (nella polemica era stato tirato in ballo anche il terzino nero della nazionale David Alaba, titolare del Bayern di Monaco). Una polemica in cui Strache ha temporeggiato a lungo prima di prendere posizione, come è successo anche quando si è congratulato con la sua connazionale Conchita Wurst, la barbuta drag queen che ha conquistato a inizio maggio l'Eurovision Song Contest. L'Fpö vanta 40 rappresentanti nazionali e due eurodeputati.
(D.C.P.)
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