Inseparabili. I minorenni italiani non possono fare a meno del cellulare. Già a dieci anni sentono il “forte bisogno” di controllare il telefonino in qualsiasi momento, andando in tensione se la batteria è scarica. È quanto racconta un rapporto appena pubblicato dall'osservatorio sui media e la comunicazione dell'Università Cattolica di Milano. Che insieme ad altre università sta portando avanti una ricerca finanziata dall'Unione Europea per indagare i rischi che i più giovani incontrano online. Rischi concreti, e in aumento: fra i 3500 ragazzi tra i 9 e i 16 anni intervistati a tu per tu dagli studiosi, oltre due su tre hanno dichiarato di aver subito atti di bullismo. Molto più di quanto non risultasse agli stessi ricercatori nel 2010.
Mai senza
Il primo dato che emerge dagli incontri dei docenti della Cattolica con i ragazzi italiani è la dipendenza. Il 79 per cento dei minorenni in possesso di uno smarphone dice infatti di «sentirsi in dovere di essere sempre raggiungibile dagli amici e dalla famiglia», il 52 afferma di «sentire spesso un 'forte bisogno' di controllare il cellulare» e il 43 per cento ammette di sentirsi a disagio se non c'è campo oppure la batteria è scarica. Non sono pochi, i giovani muniti di super-telefonini: la metà del campione, che dall'Italia si estende in Belgio, Danimarca, Irlanda, Portogallo, Regno Unito e Romania. Il 20 ha pure un tablet in casa, e lo usa per navigare in rete.
Esposti
I colloqui fra ricercatori e intervistati sono avvenuti a casa. In un ambiente “protetto” realizzato apposta per permettere ai ragazzi di essere sinceri. Così, scrivono gli studiosi, hanno potuto raccontare di aver in effetti dovuto affrontare insulti e spintoni virtuali: due su tre infatti avrebbero subito atti di bullismo reale o virtuale. E ai ricercatori hanno detto di esserne rimasti “molto” o “abbastanza” turbati. Poi ci sono le avance: messaggini sessualmente espliciti, immagini hard davanti agli occhi. I genitori però non sembrano poi così preoccupati: rispetto al 2010, quando l'87 per cento delle mamme italiane intervistate aveva dichiarato che limitava le attività dei figli su internet, oggi lo farebbero il 20 per cento in meno. Il primo caveat però è di tipo economico, più che morale: e riguarda il divieto assoluto di scaricare app a pagamento. Anche se è un gioco per bambini. Poi arriva il divieto a condividere informazioni personali e solo al terzo posto c'è il no alla geolocalizzazione.
Tecnologia08.12.2011
Il tablet inizia nella culla