Il numero di crimini denunciati è in calo quasi ovunque, ma crescono in maniera preoccupante traffico di droga, abusi su minori e reati violenti. Soprattutto nei paesi colpiti dalla crisi. E, stranamente, l'affermazione delle estreme destre si registra proprio nei paesi con i crimini in calo da anni

Traffico di droga, abusi su minori e reati violenti in forte aumento, così come quelli predatori che colpiscono dove la crisi è più profonda. Mentre il fenomeno mafioso è ancora fortemente sottovalutato.

È l'Europa raccontata attraverso i reati, grazie ai dati raccolti da Eurostat, l'Istituto europeo di statistica, e dall'Unodc, l'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine. Un "racconto" che copre gli anni dal 2003 al 2012, nei Paesi Ue e in quelli confinanti che hanno trasmesso i dati. E che aiuta a capire quali sono le tendenze a delinquere nel Vecchio Continente e come sono cambiate con il mutare della situazione economica.
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Per comprendere cosa accade in Europa, senza farci ingannare dalle differenze metodologiche nella raccolta dei dati tra Paesi diversi, l'Espresso ha comparato l'andamento dei reati per uno stesso Paese attraverso gli anni in rapporto alla sua popolazione, producendo mappe e grafici per aiutare la comprensione di un fenomeno tanto complesso. Ottenendo così un quadro dell'effettivo impatto del crimine sulla società.

I REATI IN AUMENTO
A una prima lettura, sommando tutti i crimini in Europa, si ottiene un'immagine quasi confortante, che evidenzia una leggera flessione al livello macro europeo. Ma è un'illusione, dovuta al drastico calo del furto di automobili, reato sempre meno conveniente e la cui riduzione compensa l'aumento degli altri.

Scendendo quindi nel dettaglio, si nota invece l'aumento del traffico di stupefacenti (+43 per cento), dei crimini violenti, che in dieci anni passano da 12 mila a 13 mila e cinquecento per 100 mila abitanti. Aumentano anche i reati a sfondo sessuale. La violenza sessuale registra infatti un +67 per cento e gli abusi sessuali sui minori passano da 47 mila a 73 mila (+70 per cento). Anche i rapimenti segnano un leggero incremento, +13 per cento.

STABILI E IN DIMINUZIONE
Oltre al furto di auto, anche gli omicidi hanno il segno meno, con una lenta e progressiva diminuzione del 65 per cento, così come le rapine (-35 per cento). Sostanzialmente stabili i reati di stupro, circa 300 l'anno. Un dato che comunque non conforta.

Reati per 100 mila abitanti per tipologia
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COME MORDE LA CRISI
I reati predatori sono certamente quelli che producono maggiore allarme sociale, oltre a essere un indicatore dell'impatto della crisi economica. Lo dimostrano i dati di Italia, Grecia, Spagna e Portogallo, dove sono aumentati i furti in abitazione, che in Italia arrivano al +33,5 per cento.
La Grecia, dove la crisi ha avuto gli effetti più devastanti, versa in una condizione drammatica anche sul fronte criminalità. È infatti praticamente l'unica in Europa dove aumentano anche le rapine, +200 per cento in 10 anni, e i furti d'auto, quintuplicati (+428 per cento).
Resistono invece le due isole del nord Europa che pure non sono state risparmiate dalla crisi: in Irlanda e Islanda, infatti, i reati di tipo predatorio rimangono costanti o in diminuzione.

ITALIA E GERMANIA
I dati sul crimine nel nostro Paese, nonostante le profonde differenze economiche e sociali, registrano un andamento comune con la Germania per quasi tutte le tipologie di reato. Diminuiscono rapine e furti d'auto, e aumentano quelli in abitazione (+34 per cento in Italia, +20 per cento in Germania). Stabile il traffico di stupefacenti, mentre in Italia si osserva un incremento dei crimini violenti (+27per cento), che in Germania rimangono costanti.

DOVE LE DESTRE AVANZANO
I Paesi dove è più forte il sentimento anti-europeo sono, paradossalmente, quelli dove i reati che generano allarme sociale rimangono stabili o, addirittura, diminuiscono. È il caso di Regno Unito e Francia, dove si registra una sostanziale diminuzione di tutte le tipologie di reato, e dell'Ungheria, dove negli ultimi 10 anni gli indici sono rimasti praticamente invariati. Così in Finlandia, dove gli unici reati ad aumentare sono quelli violenti (+25 per cento), una tendenza condivisa con gli altri Paesi scandinavi.[[ge:espresso:internazionale:1.166752:article:https://espresso.repubblica.it/internazionale/2014/05/26/news/bruxelles-ecco-cosa-succede-dopo-il-voto-delle-europee-1.166752]]

C'È DEL MARCIO IN DANIMARCA. E IN NORVEGIA
Aumentano notevolmente i crimini violenti in tutti i Paesi scandinavi. Nella "insospettabile" Danimarca aumentano anche rapine e furti in abitazione. Mentre la Norvegia è maglia nera per il traffico di stupefacenti. Un dato che dovrebbe allarmare il paese dei troll. Un aumento comune a Finlandia e Svezia. Dove i furti in abitazione registrano aumenti importanti.

MAFIE E RICICLAGGIO
«Le mafie italiane sono in Europa per fare due reati: per vendere cocaina e per fare riciclaggio», ha spiegato alla commissione Antimafia il procuratore aggiunto della dda di Reggio Calabria Nicola Gratteri. Se i dati sull'aumento dei reati per traffico di droga sono chiari e confermano l'espansione delle mafie, quelli sul riciclaggio possono confondere. Ne è responsabile la disomogeneità di approccio dei diversi sistemi nazionali, non tutti egualmente convinti nell'investigare questo genere di reato. Per non farci trarre in inganno, mettiamo in relazione le statistiche Eurostat sulle segnalazioni per movimentazioni di denaro sospette, con le condanne per riciclaggio.

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Il riciclaggio di denaro è un genere di reato la cui investigazione si basa per buona parte sulle segnalazioni, che gli istituti di credito e tutti quelli che operano transazioni di denaro, sono obbligati a trasmettere agli organi competenti. E qui occorre distinguere tre diverse tipologie. Alcuni Paesi si basano sulle segnalazioni per transazioni sospette, altri sulle attività sospette (una categoria più ampia, di cui le transazioni sono un sottoinsieme) e i Paesi Bassi, gli unici a prevedere una terza tipologia di segnalazione, quella per "transazioni inusuali", cioè non necessariamente sospette, ma anche semplicemente inconsuete per chi le compie. Differenze che danno luogo a una mole di segnalazioni per abitante altamente variabile tra un paese e l'altro, mettendo in luce, per molti di questi, un problema di sottovalutazione del crimine organizzato. La diversa classificazione dei movimenti sospetti, infatti, è spesso pensata - su pressione delle agenzie delle Nazioni Unite -  per individuare i finanziamenti a movimenti terroristici più per che per scovare attività criminali di tipo mafioso.
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Da un lato ci sono Paesi con un alto numero di segnalazioni per abitante, dovute a obblighi di legge, come Lettonia, Lussemburgo, Estonia, Regno Unito, Finlandia, Belgio e Italia. Dall'altro ci sono paesi in cui queste segnalazioni sono poche o inesistenti, come Malta, Bulgaria, Romania, Germania, Svizzera e Spagna. In alcuni stati si registrano segnalazioni da parte di molte categorie di istituti, in altri casi no. Per esempio, le fiduciarie comunicano i dati alle autorità praticamente solo in Italia e a Malta. Mentre in Belgio, Regno Unito e Finlandia gli agenti immobiliari sono più attivi nel segnalare movimenti di denaro sospetti per le operazioni immobiliari.

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In alcuni tra i Paesi inerti sul fronte delle segnalazioni poi, c'è la volontà degli investigatori di perseguire questi crimini. La Germania, in particolare, dimostra una elevata capacità di perseguire le (pochissime) segnalazioni che giungano alle autorità: nelle indagini a seguito di segnalazioni per transazioni sospette è di gran lunga prima in Europa, 249 per milione di abitanti, dieci volte quelle dell'Italia (23,7 per milione di abitanti).

I risultati dicono quindi che il maggior numero di condanne per abitante è in Estonia. Dove occorre considerare il possibile ruolo degli Stati baltici di ponte per le mafie russe verso l'Europa. Seguono per numero di condanne la Svizzera (30 per milione) e l'Italia (28,9 per milione). Con tutti gli altri Paesi a notevole distanza.

CONCLUSIONI
Crisi, disoccupazione, presenza di minoranze straniere non integrate, disagio sociale ed emarginazione incidono in maniera importante sul tasso di reati. Evidenziando un aumento di quelli predatori lì dove le difficoltà economiche sono maggiori.

Una menzione speciale la merita il Regno Unito, dove, in controtendenza con il resto d'Europa, tutti i reati hanno segnato una costante diminuzione a partire dal 2006.

L'invito comunque è a considerare questi dati con cautela. Sia per le differenze tra i diversi sistemi giudiziari, sia per la diversa propensione alla denuncia per alcune tipologie di reato: un esempio sono le denunce inferiori nel sud Europa per i reati a sfondo sessuale.

È importante inoltre considerare che questi dati sono basati sui crimini registrati dalle autorità di polizia. Significa che un maggior numero di reati non necessariamente indica una più alta propensione a delinquere in un determinato territorio ma, in alcuni casi, semplicemente una maggiore efficacia dell'azione di contrasto alle attività criminose. È il caso delle mafie, che penetrano nel tessuto economico sano proprio di quei Paesi che, sottovalutandone il rischio e quindi non dotandosi di strumenti di contrasto adeguati, più si espongono al rischio infiltrazioni. Nel silenzio della statistica.

FONTI UTILIZZATE

CRIMINALITÀ IN EUROPA
Eurostat, Unodc, reati di natura sessuale, Unodc, rapimenti.

RICICLAGGIO DI DENARO
Eurostat

CAMBI DI LEGISLAZIONE NEL PERIODO CONSIDERATO CHE POTREBBERO INFLUENZARE I DATI
Violenza sessuale: Francia, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Svizzera
Abusi sessuali su minori: Lettonia, Malta
Rapimenti: Malta, Paesi Bassi, Svizzera
Stupri: Malta, Paesi Bassi, Svizzera

Per una raccolta completa delle note metodologiche si rimanda ai rispettivi siti di Eurostat e Unodc.
I dati sono riutilizzabili citando la fonte.