L'accordo tra le due compagnie prevede la mobilità per 2.171 dipendenti, a partire dal 15 settembre. Circolano voci e codici identificativi, ma ancora nessun nome. L'azienda tace. E i lavoratori chiedono trasparenza

Siglato l'accordo tra Alitalia ed Etihad, l'atmosfera rimane calda tra i lavoratori della compagnia. Scatterà il 15 settembre la mobilità per i 2.171 dipendenti esclusi dagli organici dopo la firma dell'alleanza. Negli uffici è arrivato un documento che contiene codici identificativi e settori in cui sono previsti i tagli. Ma nessun nominativo.
I dipendenti si sentono "solo dei numeri" e vogliono conoscere la loro sorte. Un gioco di nervi che sta sfociando in proteste e malumori.

Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, rassicura: "Degli oltre 2.000 esuberi, 1.250 saranno ricollocati subito”. Ma per i dipendenti di Alitalia sono soltanto “promesse da marinaio”. “Lupi rilascia dichiarazioni confortanti per smorzare le tensioni. Intanto noi a casa senza cassa integrazione”, afferma Michele sulla pagina di Facebook Rsa Cgil Alitalia.

Molti dipendenti in questi giorni sono in ferie forzate, in attesa di una chiamata da parte dell’azienda che dia loro spiegazioni sulla loro posizione lavorativa.

I lavoratori continuano a svolgere le loro mansioni. “L’aeroporto va a rilento perché i dipendenti, per il bene dell’azienda, hanno sempre lavorato di più rispetto al dovuto, prendendosi anche delle responsabilità di troppo. Oggi non è più così”. Afferma all’Espresso un gruppo di impiegati che preferisce rimanere anonimo per paura di ritorsioni da parte di Alitalia.

Lo staff dell'ex compagnia di bandiera è certo che “in questo periodo i nominativi degli esuberi non salteranno fuori. Perché si bloccherebbe in pieno agosto un aeroporto internazionale”. Eppure, qualche nome circola già nei corridoi dell’aeroporto.

I dipendenti non ci stanno. Vogliono conoscere i nomi dei licenziati e sapere con quale criterio sono state create le liste per gli esuberi. Intanto le assemblee dei lavoratori sono state sospese. Viminale e Prefettura hanno richiesto i nominativi di tutti i lavoratori presenti durante le proteste, come quella dei bagagli rimasti a terra a Fiumicino.

“Alitalia, dopo averci additati come irresponsabili, ha comunicato al Garante degli scioperi che ci sarebbe il rischio che gran parte di noi possa astenersi dal lavoro presentando certificati medici. Queste sono menzogne per mettere in cattiva luce chi rischia il posto di lavoro”.