Una settimana dopo gli attentati la gente è uscita, ha riempito caffè e ristoranti: “La cultura continuerà a splendere e farà brillare la luce della speranza e della fraternità”

L’appello era stato lanciato giovedì: “Parigi, Francia, mondo, in piedi! Alle 21.20 fate rumore, uscite, accendete luci. Sarà la prova per dimostrare che la cultura continuerà a splendere e farà brillare la luce della speranza e della fraternità”. Numerose personalità artistiche e culturali hanno firmato questo vibrante appello pubblicato dall’Huffington Post: tra loro Charles Aznavour, Jack Lang (ex ministro e attuale presidente dell’Istituto del mondo arabo), l’attrice Sylvie Testud, la giornalista Anne Sinclair, ex moglie di Dominique Strauss-Kahn.

E i francesi hanno risposto in massa: una settimana dopo i tragici attentati del 13 novembre, la gente é uscita, ha riempito caffè e ristoranti, nonostante il clima non favorevole. In questa voglia di ritrovarsi e di unirsi c’é stata un’altra iniziativa che si é distinta, quella di 8 ristoranti (in diversi arrondissements parigini) che hanno deciso di unire nei loro locali tutti i tavoli presenti: un modo per far stare insieme le persone, per invitarle a conoscersi e parlare ma anche una maniera per vivere diversamente una serata così particolare. Questa iniziativa, chiamata ‘Grandes tablées’ durerà per tutto il week-end. Certo, non c’é allegria, non può esserci: ma ci sono comunque segnali importanti della voglia di andare avanti.
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Al Bataclan e davanti agli altri locali colpiti una settimana fa é stata una processione solenne di cittadini che volevano testimoniare la solidarietà e vivere lì, davanti ai luoghi colpiti, la loro emozione. Alle 21.20 si é intonata la Marsigliese, ci sono stati applausi e lacrime davanti un muro di fiori, candele accese, foto delle vittime. E copie del libro di Hemingway ‘Paris est une fête’ che molti stanno rileggendo o comprando in questi giorni.

La gente si guarda, vuole stare insieme, parlare, ritrovarsi anche nel dolore. Dice Anne-Marie: “Sono venuta qui perché sentivo di doverlo fare. E’come sentirsi parte di una stessa famiglia, il lutto é di tutti noi”. I parigini sono molto affezionati al Bataclan, da sempre luogo di ritrovo importante per artisti di tutto il mondo. Rachel é molto commossa e ha portato una rosa bianca: “Volevo stare qui stasera, é il mio semplice omaggio. E spero che il Bataclan possa riaprire”. Lo desiderano anche i nuovi gestori che faranno di tutto per riuscirci, in segno di ritorno alla normalità.

Sullo sfondo un pianoforte a regalare un’atmosfera surreale e carica. La musica sa parlare più delle parole a volte: proprio davanti al Bataclan si era esibito una settimana fa un pianista tedesco, David Martello, venuto apposta dalla Germania in macchina per rendere omaggio alle vittime con la sua musica e un toccante ‘Imagine’ di John Lennon.
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Diversa l’atmosfera a place de la République, divenuta incontestabilmente il luogo di ritrovo dei parigini, un vero e proprio simbolo. Tra media e cittadini regna una confusione strana, tristemente allegra, nonostante il momento, perché ci sono gruppi che suonano e ragazzi che cantano e ballano per rispondere a modo loro al terrore. Ed é questo che é successo alle 21.20: un minuto di ‘non silenzio’ per fare rumore, suonare e cantare, anche se su questo non sono tutti d’accordo.

Sui network il successo é stato altrettanto travolgente: il ‘maindanslamain’, lanciato per vivere insieme questa serata “visto che non possiamo riunirci in luoghi pubblici” avevano spiegato gli ideatori, é stato frequentatissimo con migliaia di foto postate. “Dovunque tu sia, alle 21.20, smetti di mangiare, di bere, di camminare. Alzati, prendi la mano dei tuoi vicini, dei tuoi amici, della tua famiglia”. E’ stato così in molti luoghi della capitale ma tutto si é svolto con grande dignità. I ristoranti erano pieni, molta gente era per le strade. Dice Claude: “Era giusto uscire proprio oggi per mostrare che non abbiamo paura e che continuiamo a vivere, anche se non potremo mai dimenticare quello che é successo”.