Dal sondaggio condotto da Ipsos emerge anche un clamoroso sorpasso di Putin su Obama per quanto riguarda l'influenza geopolitica. Piacciono i raid aerei in Siria, ma solo se a compierli sono gli altri

Nell'ordine: crisi economica, terrorismo, immigrazione. Sono queste le paure che minacciano la vita degli italiani. Con qualche distinguo. Mentre le incertezze legate alla crisi che da sette anni attraversa i mercati globali si attenuano, passando dal 67 per cento dello scorso anno al 40 per cento di oggi, nello stesso periodo le preoccupazioni per il terrorismo islamico hanno fatto registrare un salto dall'8 al 28 per cento. A incidere in questo senso sono stati soprattutto gli attentati di Parigi: quelli di gennaio, contro la sede della rivista satirica Charlie Hebdo e un negozio ebraico, e quelli che il 13 novembre hanno provocato 130 vittime nella capitale francese. Anche l'intensificarsi dei flussi immigratori verso l'Europa, acuiti dalle guerre in Siria e Libia, fa sentire gli italiani più minacciati di quanto non fossero un anno fa: dal 13 al 21 per cento.
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Sono questi alcuni spunti che emergono dal sondaggio “Gli italiani e il resto del mondo”, condotto da Ipsos e commissionato dall'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi) e da Rainews. Altra correlazione interessante è tra i fatti che evidentemente destano preoccupazione e il consumo di notizie. Si è a lungo sostenuto che “gli esteri” non fossero argomento di grande interesse per gli italiani. Eppure, proprio il complicarsi del quadro internazionale su più fronti – crisi economica, terrorismo, guerre, immigrazione – sta spostando questi valori. Un anno fa gli italiani interessati alle notizie internazionali erano il 15 per cento, con un 39 per cento moderatamente interessato. Oggi i rispettivi valori sono saliti al 23 e al 51 per cento.
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Tra le notizie ritenute più preoccupanti gli attentati di Parigi, ovviamente, ma anche la morte degli oltre 3000 migranti nel Mediterraneo e le varie situazioni di conflitto che attraversano Africa e Medio Oriente.
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Quanto al gioco delle influenze sugli equilibri mondiali e dei rapporti geopolitici, anche in questo caso lo scenario pare assai mutato nell'ultimo anno. Due gli elementi più significativi: da una parte la percezione degli italiani che l'Is abbia aumentato la sua forza (77 per cento), dall'altra il sorpasso di Putin su Obama nella scacchiera dell'influenza nella politica internazionale. Mentre il presidente Usa vede infatti scendere la sua popolarità dal 40 al 27 per cento, quello russo passa dall'8 per cento del 2014 al 28 per cento di oggi.
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Anche qui occorre però una riflessione. Gli stessi italiani che da una parte apprezzano Putin per la politica decisionista, soprattutto legata ai raid in Siria, sembrano condividere con il governo italiano la scelta non interventista. Alla domanda “Lei sarebbe d'accordo con un eventuale coinvolgimento militare diretto dell'Italia nella guerra all'Is in Siria e Iraq?”, ha risposto "no" un significativo 71 per cento. Come dire: piace l'uso della forza per risolvere situazioni di guerra, ma solo se a esercitarla sono gli altri.
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