Il ministro Guidi aveva lavorato in gran segreto per evitare il fuoco di sbarramento delle lobby. Ma non è bastato. Alcuni capitoli sono saltati subito. Altri in consiglio dei ministri. E ora la sfida si sposta in parlamento

La maniacale riservatezza con cui il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha gestito la preparazione del disegno di legge sulla concorrenza (il testo era noto solo ai vertici di via Veneto), per tenerlo al riparo dal fuoco di sbarramento preventivo delle lobby più agguerrite, è valsa a poco. Alcuni capitoli presenti nelle bozze via via messe a punto sono scomparse dal testo presentato venerdì 20 febbraio a palazzo Chigi (è il caso, per esempio, della vendita dei giornali fuori dal circuito delle edicole o delle norme su trasporto pubblico locale, banda larga e sistema aeroportuale). Altri sono caduti nel corso del confronto interno all'esecutivo.

L'elenco è lungo: si va dalla parificazione tra taxi e noleggi con conducente alla vendita dei farmaci di fascia “C” anche nelle parafarmacie, fino agli sconti sui libri. Come al solito quando si tratta di liberalizzare, si può ben dire che alla fine la montagna abbia partorito il topolino (in questo caso, il lenzuolino, come l'hanno ribattezzato i giornali). Ecco, comunque, quali sono in pillole le principali novità del disegno di legge, sulle quali le lobby si affronteranno per un secondo round durante l'esame parlamentare del testo.

Uno dei punti più controversi è il contenuto dell'articolo 29, che elimina l'obbligo di ricorrere a un notaio per le compravendite di immobili a uso non abitativo con un valore catastale fino a 100 mila euro. Considerando l'arretratezza del nostro catasto, vuol dire, a spanne, che i notai si vedono sottrarre garage e negozi, uffici e centri commerciali, cantine e magazzini con un valore commerciale fino a 300 mila euro, tutti beni per acquistare i quali ci si potrà rivolgere a un avvocato. La categoria (che perde la sua rendita di posizione anche nella costituzione di srl semplificate) è pronta a salire sulle barricate: «Un atto notarile non è solo la firma dei contraenti», ha tuonato il presidente di Federnotai, Carmelo di Marco, « ma verifica se ci sono le condizioni della compravendita e soprattutto verifica chi vende a chi, tracciando l'operazione. È solo così che si ferma il fenomeno del riciclaggio del denaro e delle truffe. Ma, a giudicare da questo provvedimento, il governo non è interessato ad arginare un fenomeno molto diffuso nel nostro Paese». Su questo punto sarà certamente battaglia. Con poche chances per i notai, se si considera la forza d'urto della lobby parlamentare (68 deputati e 35 senatori) al servizio degli avvocati (a loro volta d'ora in poi costretti a presentare all'assistito un preventivo, anche senza richiesta esplicita).

Un impatto immediato dovrebbe avere anche la parte (molto corposa; rappresenta quasi metà dell'intero ddl) che riguarda la Rc Auto: le compagnie saranno tenute a concedere sconti all'assicurato che, per esempio, accetti l'installazione sulla sua macchina della scatola nera o del meccanismo che blocca il motore in presenza di un tasso alcolemico troppo elevato, o che si impegni a fare le riparazioni presso officine e carrozzerie convenzionate con l'assicurazione. Un'altra norma che riguarda, sia pure indirettamente, le compagnie è quella sulle polizze accessorie ai contratti di finanziamento e ai mutui bancari: le aziende di credito dovranno sottoporre ai clienti almeno due preventivi di differenti gruppi, in ogni caso non riconducibili al circuito bancario-finanziario.

Qualche effetto benefico sulle tasche dei contribuenti dovrebbe verificarsi anche nell'opaco mondo della telefonia mobile: in base al ddl, ogni nuovo contratto dovrà indicare tutti gli oneri a carico del cliente in caso di recesso o cambio di gestione, che dovrà essere di «immediata attuazione». Due, infine, le novità di un qualche rilievo per le farmacie, che come detto  mantengono il monopolio sui farmaci di fascia “C”. La prima è che, nell'ottica di favorire economie di scala, salterà l'attuale tetto di quattro licenze per un singolo soggetto. La seconda è che anche i soci di capitale potranno entrare nella titolarità degli esercizi. Una norma, quest'ultima, che riguarda anche gli avvocati riuniti in società multi-professionali.

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