Commissione Ue, ecco le quote per la redistribuzione dei migranti tra i vari Paesi
Un'Europa più unita e più solidale, che affronta la questione dei migranti stabilendo di distribuire i richiedenti asilo che bussano alle sue porte attraverso quote nazionali più giuste. È il senso della nuova agenda sull'immigrazione approvata e presentata oggi dalla Commissione Europea, che prevede che siano accolte nell'Ue 20mila persone in due anni, di cui il 9,94 per cento in Italia. Le quote per la redistribuzione obbligatoria dei migranti dovranno essere confermate dai governi, ma questo è un primo passo verso quella che l'Alto Commissario europeo degli affari esteri Federica Mogherini ha definito «un'azione coordinata e integrata», con il vice presidente della Commissione Frans Timmermans che ha annunciato che l'Europa stanzierà ulteriori 50 milioni di euro per la nuova agenda. [[ge:rep-locali:espresso:285565823]] Il sistema di quote, contestato da Paesi come la Gran Bretagna e l'Ungheria, viene incontro alle richieste delle nazioni che più hanno finora condiviso il peso dell'immigrazione, sia in termini di aiuti immediati, come Italia e Grecia e Malta, sia in termini di richieste di asilo accolte, come Germania e Svezia. Per evitare paradossi come quello per esempio della Svezia stessa, che nel 2014 ha accolto 194 volte più rifugiati del Portogallo. Se infatti la Germania ha ricevuto 200mila richiedenti asilo, circa un terzo del totale, la Repubblica Ceca si è fermata appena a mille. Se l'Italia è arrivata a 64mila, la Croazia invece ad appena 450. E infatti nel testo dell'agenda c'è anche una bella tirata d'orecchi: «Alcuni Stati membri hanno già fornito un grande contributo, ma altri non hanno offerto nulla, e in molti casi non stanno dando un contributo alternativo in termini di ricezione e accettazione di richieste d'asilo o nell'aiuto al finanziamento degli sforzi degli altri».
Queste le quote proposte dal presidente della Commissione europea Junker
SCHEMA DI ALLOCAMENTO EUROPEO (Elaborazione su dati Eurostat, diffusa dalla Commissione Europea)
L'Italia, con il 9,94 per cento, sarà il terzo Paese a contribuire, dopo Germania (15,43) e Francia (11,87), considerando che il Regno Unito, come la Danimarca e l'Irlanda, grazie alla procedura di opt-out, non sarà comunque obbligata ad aderire al piano. Per quanto riguarda invece la redistribuzione degli immigrati già sbarcati, non sono stati dati dei numeri precisi, ma all’Italia spetterà una quota dell’11,84 per cento.
REDISTRIBUZIONE IMMIGRATI GIA' SBARCATI
Anche in questo caso siamo il terzo Paese dopo Germania (18,42) e Francia (14,17) e davanti alla Spagna. Timmermans ha sottolineato che si tratta di misure immediate che intendono salvare vite umane ma anche distruggere il business degli sbarchi. «Il regalo più grande che potremmo fare ai populisti e agli estremisti sarebbe quello di lasciare che un sistema guasto rimanga tale», ha detto: «Dobbiamo invece registrare chi effettivamente arriva da noi e rimandare indietro chi non ha i requisiti per l'asilo».
Mogherini ha aggiunto che l'Ue aumenterà la sua presenza nelle aree da cui arrivano i profughi, ad esempio con un maggiore e immediato impegno nella missione Eucap Sahel Niger a Agadez, crocevia fondamentale per i migranti che passano poi per la Libia. Incrementerà la collaborazione con l'Unione Africana e con le parti libiche, ma questo, ha specificato, non significa che l'Europa si impegnerà militarmente in Libia, anche se lunedì i ministri degli Esteri e della difesa dell'Ue potrebbero approvare una operazione navale, diversa e complementare da Triton e Poseidon e che intende distruggere il business dei trafficanti. Rimane comunque l'obbligo di salvare le vite in pericolo nel mare, come prescrive la legge internazionale, ha ricordato Mogherini.
Nell'agenda sta infatti scritto che verranno prese misure per «ripristinare il livello di intervento fornito dalla operazione italiana “Mare Nostrum”» e che la Commissione intende «triplicare il budget di Triton e Poseidon». Dall'altra parte però si ipotizzano operazioni per «identificare, catturare e distruggere sistematicamente le imbarcazioni usate dai contrabbandieri», operazioni sotto legge internazionale che «saranno una potente dimostrazione della determinazione dell'Ue a agire». Lo scorso mese circa 10mila persone avrebbero attraversato il Mediterraneo partendo dalla Libia, e si teme che 1700 siano morte.