Storia!!!!!! Approvato #Italicum con 334 voti favorevoli !! #lavoltabuona. Italia ha una nuova legge elettorale
— lorenza (@lorenzabo) 4 Maggio 2015
A tenere banco, durante la giornata a Montecitorio, è stata soprattutto Forza Italia, con la scelta di non partecipare al voto conclusivo. L’idea dell’Aventino - come si dice - è farina del sacco di Renato Brunetta («Siamo certi» azzarda in dichiarazione di voto, «che il presidente Mattarella rinvierà la legge alle Camere per manifesta incostituzionalità») e ha il tacito scopo di impedire a Verdini e ai suoi di cedere a qualsivoglia tentazione di “soccorso azzurro”.[[ge:rep-locali:espresso:285519766]]L’idea passa, anche se una decina di fittiani, secondo la solita spaccatura interna del partito, restano in aula e votano direttamente contro. L’idea dell’Aventino è però buona, e viene abbracciata anche dai deputati della Lega, del Movimento 5 stelle e da quelli di Sinistra Ecologia Libertà, mossi dall’intenzione di impedire ogni asse con Forza Italia, sì, e però anche di evidenziare la spaccatura nel partito democratico, rendendo più evidente ogni voto contrario della dissidenza dem.
«Ne avete fatte di tutti i colori» ha detto il vendoliano Nicola Fratoianni, rivolto alla maggioranza di governo, «avete imposto un ritmo accelerato, avete organizzato moderne forme di crumiraggio con la più imponente sostituzione dei deputati in commissione affari costituzionali; avete messo la fiducia, ed è la terza volta che accade e i precedenti non sono degni di particolare memoria». «Ora», insomma, «votatevela da soli».
E il #PD si vota da solo anche l' #Italicum
— Celeste Costantino (@CelesteCost) 4 Maggio 2015
Parlando direttamente alla minoranza Pd, il deputato Danilo Toninelli, 5 stelle, si è mostrato platealmente stupefatto: «State credendo a Renzi che vi dice “votate l’Italicum che vi riapro sulla riforma del Senato”. Ma vi sta prendendo in giro, vi sta denigrando, e non ve ne accorgete neanche». In realtà non è così. La minoranza del Pd sa bene che lì di correzioni non ce ne saranno, e che Matteo Renzi anche questa volta segnerà il punto. Se ne è accorto da tempo Giuseppe Civati, che infatti interviene in aula per lasciare agli atti, nonostante lo scrutinio segreto, che lui vota no («È un porcellum con le ali»). Lo sa Stefano Fassina: «Voterò no», dice, «perché oggi introduciamo un premierato non parlamentare». E lo sanno i big della minoranza. Speranza, Cupero, Bersani, Bindi, Letta e i 38 che già non avevano votato la fiducia.Ho votato no all'italicum. Che amarezza la Camera mezza vuota. Così la sfida del Pd al Paese è più debole. Non più forte. #occasionepersa
— Roberto Speranza (@robersperanza) 4 Maggio 2015
Lo sa però anche qualcuno di quelli che la scorsa settimana aveva votato la fiducia posta dal governo, per «responsabilità», e ora vota contro la legge. Non sono tanti, una dozzina, e tra loro c’è Enzo Lattuca, che prende la parola e spiega all’aula che il loro no «è diverso da quello di Renato Brunetta». I numeri del dissenso nel Pd dunque crescono, ma non abbastanza, nonostante Bersani fotografi come «il dissenso sull'Italicum sia stato piuttosto ampio». La legge passa con 334 sì, 61 no e 4 stenuti. E Maria Elena Boschi si prepara già per lo studio di La7, dove ospite di Otto e mezzo potrà dire che il governo - come dice sempre Renzi - «non si fa fermare».Ci hanno detto "non ce la farete mai". Si erano sbagliati, ce l'abbiamo fatta! Coraggio Italia, è #lavoltabuona
— maria elena boschi (@meb) 4 Maggio 2015