Gli assalti di Milano hanno lasciato il solito strascico di sempre identici commenti. Lasciar manifestare sapendo che ci saranno scontri? Vietare ogni tipo di manifestazioni anche pacifiche per evitare che si trasformino in protezione alla teppa? Sono molti anni che vivo tra i carabinieri, e chiunque abbia consuetudine con le polizie e i militari è consapevole che le logiche d’azione sono molto diverse dalla superficialità con cui vengono indicate e valutate nelle discussioni da bar o nei talk. Dinanzi ai gruppettari con le tute nere i corpi speciali dei Carabinieri avrebbero potuto intervenire e in pochi minuti avrebbero fermato tutti. Ma a che prezzo? Credo sia stato invece giusto non farli intervenire, quando parte un corpo speciale il rischio sia per gli operatori che per i manifestanti può essere molto alto.
In queste ore mi sono confrontato con il comandante alfa. Sono andato a trovarlo mentre addestrava i suoi uomini e il suo pensiero me l’ha subito ribadito: «Noi vinciamo solo quando non ci sono feriti, e nemmeno morti ovviamente». Il contrario di quello che ci si immagina da un uomo che ha fondato i GIS (Gruppi Interventi Speciali) e che deve comandare uomini in grado di partecipare a missioni pericolose all’estero e in Italia. Il Comandante Alfa ha scritto un libro, “Cuore di Rondine” (Longanesi). Conosco il suo nome e la sua fisionomia ieratica ma il comandante ha voluto conservare l’anonimato dietro uno pseudonimo. L’ha scelto per proteggere i familiari ma anche per fermare l’egocentrismo che ai suoi uomini dichiara di combattere come rischioso parassita. Il racconto copre il periodo dalla nascita del Gis nel 1977 al 2004, anno in cui il Comandante Alfa, di stanza in Iraq ad addestrare la polizia irachena, si guarda indietro e inizia il racconto. L’ho tenuto tra le mani in queste ore mentre vedo le barricate e sento i latrati delle destre che vorrebbero colpi di pistola e arresti di massa. Esattamente la trappola che avevano preparato quelli del blocco nero.
Il comandante alfa ribadisce spessissimo l’importanza dell’agire come un sol uomo: nessun colpo di testa, nessun protagonismo. La vita di ciascuno è nelle mani di tutti gli altri. Anche il più piccolo errore può pregiudicare l’intera operazione. Altra caratteristica fondamentale: gli uomini del Gis non sono Rambo. Al contrario, sono uomini addestrati all’equilibrio mentale e scelti più per la capacità di avere prudenza che per quella di lanciarsi nell’agone. C’è un dato che dopo la macelleria della Diaz andrebbe valutato con più attenzione. I corpi speciali italiani sono diversi dalla truppa usata per mantenere l’ordine pubblico e hanno un approccio diverso dai corpi americani, israeliani o inglesi. L’obiettivo è quello di portare a casa un risultato che salvi l’ostaggio e non porti a spargimenti di sangue, come avvenne a dicembre 1980, nel supercarcere di Trani, o nel 1990, con la liberazione della piccola Patrizia Tacchella, o il 9 maggio 1997, Venezia/Piazza San Marco dove arrestarono gli assalitori del campanile senza sparare un colpo.
E questo è dovuto anche alla considerazione dell’opinione pubblica. Se a Milano avessero vinto i manganelli, le cariche, una grossa fetta del giornalismo avrebbe scritto e commentato che si rispondeva con ferocia a manifestanti giovani, a ragazzi esuberanti a cui si erano rotte le ossa. Stare un passo indietro ha significato mostrare il profilo reale dei manifestanti. Per questo la novità potrebbe essere quella di poter far gestire le fasi più difficili delle manifestazioni ai corpi speciali non per meglio reprimerle ma perché in grado di agire nel modo migliore qualora scoppi il putiferio. Reparti speciali come i Gis o i Nocs potrebbero essere impiegati a coordinare dove Questure e reparti mobili spesso falliscono per incapacità organizzativa o perché hanno uomini non addestrati a reggere situazioni stressanti oltre la norma.
Il titolo “Cuore di Rondine” viene da un episodio dell’infanzia del comandante a castelvetrano, in sicilia. Suo nonno gli raccontava infatti che un uomo per diventare tale doveva uccidere una rondine in volo e mangiarne il cuore. Il bambino, futuro uomo del Gis, andava sempre in un campo a caccia di rondini con una fionda. Un giorno, dopo lunghi mesi di ripetuti tentativi, riuscì a colpire e abbattere una rondine. Corse nel punto in cui era caduta e senza un attimo di esitazione tirò fuori il suo coltellino dalla tasca…