Tsipras è riuscito a fare approvare il pacchetto di riforme, ma è stato abbandonato da parte del suo partito e la sua maggioranza vacilla. Nelle strade di Atene la rabbia per il suo 'tradimento' esplode in proteste violente

Il parlamento greco dice sì all'austerità con i voti dell'opposizione. Scontri in piazza

Il parlamento greco ha votato a favore del pacchetto di riforme richiesto dai creditori: "Non credo che faranno bene all'economia, ma siamo costretti a adottarle", ha commentato il premier Alexis Tsipras subito prima del voto (Guardian). 

Il pacchetto istituisce la nascita di un fondo di garanzia sulle privatizzazioni di circa 50 miliardi di euro con base in Grecia, ma gestito dalla troika, che vuole avere la certezza che le conseguenze delle privatizzazioni vengano 'monetizzate' per ripagare gli interessi sul debito. 

Non ci sarà nessun taglio del debito ma un'estensione delle scadenze e una negoziazione sui tassi di interesse, un prestito ponte per la Grecia di 7 miliardi entro il 20 Luglio, e un aiuto addizionale di 5 miliardi ad Agosto, sui quali il governo di Atene dovrà pagare ulteriori interessi. 

Il governo greco si impegna inoltre ad approvare immediatamente la riforma dell'iva, l'abolizione delle baby pensioni, assicurare l'indipendenza dell'ufficio di statistica, creare il 'Fiscal Council' previsto dal Fiscal Compact per controllare i bilanci e vietare l'intervento degli Stati nelle banche.

Nel medio termine deve riformare il mercato del lavoro con l'introduzione dei licenziamenti collettivi,  l'abolizione della contrattazione collettiva e la 'depoliticizzazione' della pubblica amministrazione, ovvero svuotarla dei membri di Syriza che ora la occupano. Infine, deve compensare o abolire le riforme attuate dal Governo in questi mesi, ad eccezione di quelle umanitarie. Tutte le riforme saranno monitorate direttamente dalla troika.

Di fatto viene istituito un regime di supervisione e di controllo della troika. L'amministrazione dei creditori sarà preventiva e invasiva e su tutte le principali scelte pubbliche. Non si sa quali costi politici e sociali in termine di stabilità del quadro pubblico greco ciò comporterà.

Queste misure sono state approvate grazie a voti provenienti sia dalla maggioranza che dall'opposizione. 229 i parlamentari che hanno votato sì, 64 i no e sei gli astenuti. Le opposizioni della Nea Democratia (Centrodestra) del Pasok (Centro Sinistra) e del Potami (liberali) hanno tutte votato a favore.

Syriza invece si è spaccata. 40 membri del partito del premier, tra cui tre ministri, il presidente del parlamento e l'ex ministro Yanis Varoufakis, si sono espressi contro. Già nel pomeriggio l’unità era venuta meno, avendo 109 membri del consiglio del partito su 201 bocciato il piano di riforme sottoposto dal premier, cui avevano fatto seguito le dimissioni del Vice Ministro delle finanze, Nantia Valavani. Senza il loro sostegno la maggioranza di Tsipras è in bilico, per questo potrebbe ricorrere in breve tempo a un rimpasto di governo per escludere i ribelli (Wall Street Journal), che potrebbe portare all'istituzione di un governo tecnico anche nel giro di pochi giorni (Bloomberg). 

Arrivata la notizia dell'approvazione del pacchetto di riforme è espolosa la rabbia nelle strade. In migliaia si sono riversati in piazza Syntagma, di fronte alla sede del Parlamento, per manifestare nei modi più espliciti il loro dissenso nei confronti di un piano di riforme che considerano umiliante ed insostenibile per un popolo che dovrà continuare a pagare. Circa quindicimila persone sono state radunate dal partito comunista greco (KKE), dagli anarchici, dai nazionalisti dell'Anel (alleati di Syriza al governo) e dal sindacato dei dipendenti del settore pubblico. Gli stessi che sei mesi fa acclamavano Tsipras si sono riuniti per protestare contro di lui e i piani di liberalizzazione e privatizzazione previsti dal pacchetto.

Quando alle due di notte è giunta la notizia dell'approvazione delle riforme di austerità da parte del parlamento, alcuni manifestanti provenienti dall'area anarchica hanno lanciato molotov contro la polizia che ha risposto caricando e arrestando 50 persone. Gli scontri tra dimostranti e forze dell'ordine sono durati circa mezz'ora, ma la tensione in piazza è andata avanti per tutta la notte e ha comportato dei litigi anche tra gli stessi manifestanti. Quando alcuni esponenti dell'Anel hanno issato una bandiera greca gigante davanti al Parlamento i militanti di estrema sinistra hanno reagito cercando lo scontro fisico. L'emblema di una piazza esasperata e senza più punti di riferimento. 

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