Il presidente del Consiglio sta facendo pressione perchè la Ue approvi al più presto la redistribuzione dei migranti tra tutti i Paesi membri. Ma dall'Europa orientale giungono molte resistenze. Soprattutto da Budapest

“Dobbiamo superare il Trattato di Dublino superando la logica dell'egoismo nazionale”. Il premier Matteo Renzi si è così rivolto ai propri partner europei, invitandoli con una lettera aperta pubblicata da Repubblica ad accettare il pacchetto di riforme presentato dalla Commissione europea, che prevedono di cancellare le norme che impedisce una spartizione permanente dei richiedenti asilo tra i Paesi membri.

Tale pacchetto verrà discusso a Bruxelles lunedì prossimo dai Ministri degli Interni dei ventotto Paesi che, salvo clamorose sorprese, daranno il via libera formale al ricollocamento di 40 mila migranti sbarcati a giugno in Grecia ed Italia. Per quanto riguarda le altre decine di migliaia di persone ancora in attesa di una collocazione, invece, non vi sono risposte certe. Le resistenze contro l'introduzione delle quote obbligatorie permanenti, infatti, sono tuttora fortemente osteggiate da diversi paesi membri, provenienti soprattutto dall'Europa orientale.

A rispondere con un secco no alla Commissione è stato il gruppo di Visegrad. Composto dai rappresentanti di Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, il Visegrad è un'alleanza che prevede una marcata accezione di tipo economico e sociale, che si sta progressivamente allargando al campo della cooperazione intergovernativa e delle relazioni internazionali. I suoi Stati membri si sono riuniti a a Praga con il capo della diplomazia tedesca Frank-Walter Steinmeier per cercare un compromesso e non doversi accollare un numero eccessivo di migranti. A causa di queste resistenze, le istituzioni europee prevedono che la revisione completa e definitiva degli accordi di Dublino richiederà tempi molto lunghi.

Ad adottare la linea più intransigente è l'Ungheria. Il paese di Viktor Orban, infatti, sta vivendo una crisi senza precedenti che sta mettendo a dura prova il suo sistema di accoglienza. Solo nelle ultime 24 ore sono stati registrati 3.321 migranti che hanno varcato i confini magiari (da aggiungersi a quelli entrati illegalmente), mentre 2.800 di loro hanno raggiunto l'Austria, dove sono stati accolti dalle autorità locali. Il numero di profughi però tuttora presenti in territorio ungherese è considerato troppo alto dal governo, che ha dato ordine alla polizia di iniziare ad aiutare i profughi a raggiungere l'Austria, per incentivarli ad andarsene il più presto possibile.

La Commissione europea spera però di mettere in minoranza la posizione ungherese. Bruxelles, infatti, si è detta ottimista sul fatto che la Polonia viri su posizioni più moderate e accetti le direttive comunitarie. In questo modo l'intransigenza di Orban sarebbe estremamente minoritaria e non avrebbe il peso necessario per opporsi alle riforme. A spingere fortemente in questa direzione è il governo italiano. “I punti di accoglienza dei migranti devono essere gestiti a livello europeo” ha ribadito Renzi in una lettera aperta a Repubblica, “ma  ciò sarà possibile solo se ogni Paese accoglierà un certo numero di ospiti”.