
Muovendosi sui social, più ancora che sui blog, è facile farsi notare e piombare sulla scrivania di chi stabilisce i piani editoriali. Premi letterari per inediti? Sono migliaia e in larghissima parte inutili. Fanno la differenza il Premio Italo Calvino, nato nell’85, e, più recenti, il Premio Neri Pozza o il Premio Rai La Giara, che garantiscono ai vincitori pubblicazione e distribuzione.
Le scuole e i corsi di scrittura creativa, dalla Holden ?in giù, danno una mano anche nei contatti. Esclusa l’ingannevole giostra dell’editoria a pagamento (sono centinaia di marchi, funzionano letteralmente come tipografie, senza distribuzione), restano il self-publishing e le agenzie letterarie.
Da piattaforme di auto-pubblicazione come Wattpad, in cui autori e lettori interagiscono anche durante la stesura, sono partiti casi letterari internazionali come After di Anna Todd, best-seller del 2015 nella fascia teenager.
Le agenzie sono cresciute parecchio negli ultimi anni: ai colossi Italian Literary Agency (Vigevani, Bernabò, Ali), Grandi&Associati, Santachiara, Carpinelli, che seguono soprattutto autori affermati o internazionali, si affiancano agenzie medie e piccole più attente agli esordienti. Offrono servizi di editing e propongono testi agli editori.
Dall’agenzia di lungo corso di Laura Lepri alla vivace West Egg, che rifiuta l’etichetta di agenzia: l’idea, come per la milanese PubblicAzioni o la romana 42Linee, che cura anche un periodico-osservatorio ?sulla narrativa emergente, Effe, è quella del network editoriale.
Ma, attenzione, anche in questo campo, la piccola truffa è in agguato: contratti che garantiscono - ma solo sulla carta - editing, pubblicazione e promozione: pacchetto da 5mila euro. Con tanto ?di abile messa in scena: richiedendo all’autore, ?alla firma del contratto, una foto per la futura copertina. Che resterà, ovviamente, un’illusione.