I magistrati vogliono mandare dietro le sbarre il deputato di Fratelli d’Italia. Ma l’organo chiamato all’istruttoria è guidato dal collega di partito La Russa. E prima di un pronunciamento passeranno mesi. Come mostrano i primi passi. E i precedenti di Genovese e Galan
Associazione a delinquere finalizzata alla commissione di abuso d’ufficio, falso ideologico, turbativa d’asta e concussione: sono le pesanti accuse che coinvolgono il deputato di Fratelli d’Italia Pasquale Maietta, coinvolto in
un’inchiesta su una serie di appalti truccati a Latina. Per il parlamentare il gip ha chiesto il carcere ma i tempi perché Montecitorio si pronunci,
come accade spesso, si preannunciano estremamente lunghi.
Malgrado la gravità degli addebiti e l’urgenza di una risposta in tempi rapidi alla magistratura, la prima seduta della Giunta delle autorizzazioni di Montecitorio - guidata da Ignazio La Russa, di Fratelli d’Italia come Maietta - è in calendario giovedì 24 novembre. Motivo: prima di quel giorno non ci sono sedute d’Aula, a eccezione del question time mercoledì pomeriggio, e quindi non è possibile assicurare la presenza dei commissari. In pratica la nomina del relatore incaricato di occuparsi della vicenda, per quanto sia un atto meramente formale, arriverà a dieci giorni dall’arrivo della richiesta di arresto a Montecitorio.
Chi sarà il prescelto? La decisione, prettamente politica, spetta proprio all’ex ministro La Russa, che potrebbe anche tenere per sé quel ruolo: è già accaduto quando si è trattato di concedere l’uso di
alcune intercettazioni di Silvio Berlusconi nel filone barese del processo sulle escort. Di certo, da questo sarà possibile intuire quale sarà l’andamento dei lavori. Ad esempio quando si trattò di stabilire se carcerare il democratico Francantonio Genovese, come chiedevano i magistrati di Messina (e il Pd), La Russa scelse come relatore l’alfaniano Antonio Leone, che era notoriamente contrario. E non è inverosimile che anche stavolta l’ex ministro guardi fra i commissari di centrodestra (uno dei nomi cui è ricorso più di frequente è il fittiano Gianfranco Chiarelli).
Nominato il relatore, ci vorranno almeno un altro paio di settimane prima di affrontare la questione nel merito: il tempo necessario a leggere la documentazione trasmessa dal gip, nonostante sia stata inviata in Parlamento contestualmente alla richiesta di arresto. E poi? Poi inizierà la discussione, con la possibilità di chiedere documentazione integrativa alla magistratura o ascoltare l’indagato, con l’ex ministro La Russa che avrà un ruolo di primo piano nella definizione e gestione dei tempi. Anche alla luce del fatto che decisiva sarà la posizione del Pd, che in Giunta conta 11 membri su 21 e alla Camera ha la maggioranza assoluta dei seggi. Eppure nulla è scontato e una defezione è già prevista: quella del deputato democratico Danilo Leva, di professione avvocato. Un suo collega di studio difende uno degli indagati a piede libero e il parlamentare non intende partecipare ai lavori della Giunta per questioni di opportunità.
Guardando ai precedenti e buttando un occhio al calendario un’idea, se non altro per difetto, è comunque possibile averla. Con Genovese e Galan, prima che l’Aula di Montecitorio concedesse l’autorizzazione all’arresto, ci sono volute sette sedute della Giunta e due mesi di tempo. Se si considerano i possibili sconvolgimenti provocati dal referendum del 4 dicembre, l’impegnativa sessione di bilancio, la possibilità di pratiche dilatorie e la pausa natalizia (che l’anno scorso durò quasi tre settimane), è assai probabile che con Maietta ci vorrà ancora più tempo.