Tutti in coda per gli occhiali da sole con videocamera lanciati dalla popolare app per smartphone. Così il nostro sguardo diventa un video da inviare agli amici
File lunghe ore, chilometri percorsi ?in auto per trovarne un paio, hashtag virali sui social media. È il fermento che si ?è creato nelle ultime settimane attorno ?agli “Spectacles”, gli occhiali da sole ?con videocamera integrata prodotti da Snapchat, l’app per cellulare più utilizzata dagli adolescenti americani. Il social media “privato” che serve, anziché a condividere i propri pensieri con migliaia di persone - come avviene su Facebook ?e Twitter - a inviare brevi video e foto ?ai propri contatti del cellulare.
Ora Snapchat ha lanciato un paio di occhiali videocamera e su questi è nato un interesse che, per un prodotto tecnologico, non si vedeva dall’era di Steve Jobs e del nuovo iPhone. Le file interminabili, l’eccitazione, la caccia al tesoro. Già, perché gli Spectacles non sono (ancora) nei negozi. Si trovano in vendita esclusiva (a 130 dollari, circa 120 Euro) solo negli speciali distributori automatici, gli “Snapbot”, comparsi a sorpresa in diverse parti degli Stati Uniti: a Los Angeles, Pasadena, New York.
«Sono un giocattolo», ha minimizzato ?il Ceo 26enne di Snapchat, Evan Spiegel, al Wall Street Journal.
Ma come funzionano gli Spectacles? In maniera intuitiva: dopo averli indossati, basta premere un pulsante e la videocamera - situata nell’angolo della montatura - inizia a riprendere cioè che vediamo in un video di 10 secondi (che si può allungare a 20 o 30 secondi). Una volta terminata la ripresa il video viene trasferito al proprio account di Snapchat, e al proprio smartphone, per mezzo di connessione Bluetooth.
Nulla di così rivoluzionario. E allora perché questa grande attesa? Gli Spectacles, in realtà, sono molto più ?di un giocattolo. ?Non si tratta di un ingombrante visore per professionisti, come i “Google Glass”, ?ma un oggetto di design, la cui fattura ?si avvicina a marchi di occhiali prestigiosi. Si tratta di occhiali da sole con una camera perfettamente mascherata nella montatura. Il caricabatterie, invece, ?è inserito dentro una custodia gialla ?dotata di cavo usb.
Ma, oltre il design, è un altro il fattore innovativo: il format video circolare. ?La videocamera degli Spectacles vuole ricreare l’esperienza della visione umana. A guardare i video ripresi con questi occhiali dallo schermo di un pc si nota che l’immagine esiste all’interno di una cornice a cerchio. Come si trattasse di un grande occhio. «Sono troppo divertenti», ha commentato la presentatrice tv americana Ellen De Generes, la prima a postare un video con gli Spectacles.
Se vengono visti dallo smartphone, invece, i video degli Spectacles diventano a 360 gradi. Si possono vedere sia tenendo ?il cellulare in posizione verticale che in orizzontale: l’immagine rimane dritta ma l’inquadratura si allarga mostrando di più. Un’esperienza parente della realtà virtuale, verso cui i colossi del tech - Facebook e Google - stanno posizionando il proprio futuro. Si tratta, dunque, di una mossa strategica per l’azienda californiana che ?ha avviato le procedure confidenziali per ?la quotazione in Borsa, secondo quanto riporta Reuters.
Gli analisti prevedono una valutazione di Snapchat fra i 20 e i 25 miliardi di dollari, numeri importanti se raffrontati coi soli ?3,1 milioni di dollari in entrate del 2014. Ma comprensibili alla luce della crescita nel 2015, dove il fatturato è cresciuto del 1.803 per cento in un anno, e la rivista finanziaria Bloomberg prevede che Snapchat possa raggiungere 1,76 miliardi nel 2018.
Una crescita che ricorda Facebook, che nel 2012 entrò in Borsa con una valutazione di 104 miliardi di dollari, una delle più grandi nella storia di Internet. Il paragone non è azzardato. Dopotutto, nessuno è riuscito a realizzare negli ultimi anni il successo di Snapchat fra i millennial, la generazione di giovani che vive sui social media. I numeri parlano da soli: 235 milioni di utenti attivi mensili, con un utilizzo medio di 10 minuti al giorno - a differenza dei 6 minuti dell’app di foto Instagram (proprietà di Facebook). Il 70 per cento di chi ha fra i 18 e i 24 anni negli Usa utilizza Snapchat, assieme al 41 per cento dei trentenni, secondo le stime dell’istituto di analisi Nielsen.
Ma i dubbi, tuttavia, esistono. C’è chi critica, in Snapchat, la mancanza di un algoritmo che personalizzi - come succede su Facebook e su Amazon - e spinga i giusti contenuti pubblicitari verso chi è più interessato (dopotutto i social media fanno soldi con la pubblicità). Mentre Facebook conosce i nostri interessi, Snapchat propone a tutti gli stessi contenuti. E questo fa la differenza: la pubblicità della Nike ha realizzato 66 mila visualizzazioni su Snapchat, e 800 mila su Instagram ?solo nelle prime 24 ore.
Eppure, come avviene utilizzando gli Spectacles, il punto di vista di Snapchat ?e di Evan Spiegel è unico, e punta all’innovazione. «Vogliamo capire cosa funziona nella vita delle persone e cosa piace», ha spiegato Spiegel. Per farlo non ?è sempre necessario seguire la strada di Facebook e Google. Ma avere una visione chiara e creare prodotti divertenti per entrare nel cuore di una generazione. ?La prova sta anche nel successo di questi nuovi occhiali videocamera. Che presto arriveranno in Europa.