Il montiano Vitelli ricopre 23 ruoli aziendali, i democratici Gitti e Marcucci rispettivamente 13 e 11. Ma non sono una rarità rivela OpenPolis. Tra Camera e Senato oltre un centinaio hanno cariche di qualche tipo. Fra cda, amministratori delegati e più di un rischio di conflitti d'interesse

Paolo Vitelli, Andrea Marcucci e Gregorio Gitti
Il recordman si è arreso lo scorso settembre. Dopo due anni e mezzo il montiano Paolo Vitelli ha lasciato Montecitorio con parole non proprio amichevoli: “La politica non sa, o forse non vuole, valorizzare le competenze della società civile. Torno alla mia attività di imprenditore”. Di certo avrà un bel da fare, visto che da impresario nautico ha accumulato - e mantenuto mentre era deputato - la bellezza di 23 cariche. Una mole di lavoro tale da richiedere quasi l'ubiquità. Andata forse a scapito del lavoro parlamentare, avendo Vitelli partecipato a meno della metà delle votazioni elettroniche dell'Aula.

L'ex parlamentare è solo uno dei tanti poltronissimi del Parlamento, una categoria assai più diffusa di quanto si pensi. Perché non ci sono le banche negli impegni dei politici, come ha raccontato l'Espresso. Il "censimento" lo ha fatto l'associazione Openpolis sulla base delle dichiarazioni patrimoniali che i politici devono depositare a inizio legislatura (comunicando le eventuali variazioni ogni anno) e i risultati sono ragguardevoli: la carica di consigliere di amministrazione ricorre 65 volte, quella di presidente 64 e quella di amministratore delegato 51.

LE CARICHE PIU' RICORRENTI FRA I PARLAMENTARI (anno 2014)



Nel 2014 erano 132 i parlamentari che affermavano di avere almeno un incarico all'interno di un'azienda, quasi il 15 per cento del totale. Un dato che fra l'altro potrebbe essere di gran lunga sottostimato, alla luce delle ricorrenti "amnesie" che si registrano nelle dichiarazioni patrimoniali dei politici.

POLITICI E INCARICHI IN SOCIETA' (anno 2014)



Dietro questa situazione generale si nascondono però casi molto diversi. Come mostrano proprio le 23 poltrone di Vitelli, per lo più riconducibili al gruppo Azimut Benetti di sua proprietà. Una lista sterminata solo ad elencarla: presidente del cda di 7 società (Breithorn, Azimut-Benetti spa, Azimut Benetti service, Marina di Varazze, Azimut Russian Yachting centers e G.B. Paravia & c.), amministratore delegato di 3, socio amministratore di altre 8 che gestiscono immobili (Alouette, Candiolo 90, L.E.Jerette, Solaris, Pervit, Pagio, Societé des bois du cap d'Antibes e Le mas Notre Dame), membro di 4 cda (Paravia partecipazioni srl, Immobiliare Casteldelfino, Fraser yacht group, Porta a Mare spa) e amministratore unico della Gogacharter, pure questa attiva nel campo degli immobili.

Attività imprenditoriali di tale vastità e rilievo (Vitelli ha dichiarato un milione e mezzo nel 2013) da aver impegnato a lungo il Comitato per le incompatibilità, che valuta la possibilità di conciliare le cariche ricoperte con il mandato parlamentare. Alla fine la scorsa estate l'organismo, col voto contrario dei Cinque stelle, ha deciso di convalidare l'elezione. Ma Vitelli dopo due mesi e mezzo ha rassegnato le dimissioni.

I PARLAMENTARI CON PIU' INCARICHI


Anche Gregorio Gitti, eletto con Scelta civica e poi tornato al Pd da cui proveniva, è stato "sotto osservazione" del Comitato per le incompatibilità per l'ampiezza delle sue attività, che vanno dalla finanza al turismo, dalle aziende metalmeccaniche al design industriale. Il deputato presiede 7 consigli di amministrazione: una società di cartolarizzazione e due finanziarie del gruppo Ubi Banca, la Casarossa che gestisce una struttura ricettiva, la Chesa Colani investment circle che gestisce un hotel deluxe in Svizzera, la cooperativa Luigi Bazoli (editoria) e Fondazione etica. Inoltre è amministratore unico della srl che gestisce il Castello di Perno, della Gitti-Bertelli editori e siede in 4 cda: Skira editore, Librerie Feltrinelli, la società per azioni Bassilichi (al centro di un discreto intreccio tra Montepaschi e politica, come ha raccontato l'Espresso) e la Navigator srl, che pochi anni fa acquistò quote del Siena calcio e dell'emittente Canale 3. Impossibile stabilire se e quanto tutte queste cariche sottraggano tempo all'impegno parlamentare di Gitti. È un fatto, tuttavia, che l'onorevole Pd non brilli per partecipazione ai lavori d'Aula: finora è risultato assente a due terzi delle votazioni.

La medaglia di bronzo va al presidente della commissione Cultura di Palazzo Madama, Andrea Marcucci, che fra Lucca e gli Stati Uniti ricopre 11 cariche, prevalentemente nelle aziende di famiglia, attive nello sviluppo, produzione e distribuzione degli emoderivati attraverso il gruppo Kedrion, di cui fino all'anno scorso era consigliere. Il renzianissimo senatore è difatti amministratore delegato della Haemonpharm inc., con sede nel New Jersey, consigliere della Kedplasma llc e della Kedrion Melville inc. (entrambe nel Delaware) e presiede il consiglio di sorveglianza della tedesca Kedplasma gmbh. Sul fronte italiano, invece, è presidente della Tecno immobiliare e siede in 6 consigli di amministrazione, comprese un paio di società che gestiscono un resort deluxe nella campagna toscana.

La carriera "societaria" del forzista Salvatore Sciascia è invece tutta all'interno della galassia berlusconiana: consigliere della Fininvest, presidente del collegio sindacale di Holding Italiana Quattordicesima (presieduta dal più piccolo dei figli dell'ex Cavaliere, Luigi) e sindaco in altre cinque "Holding italiane", i veicoli che posseggono quote del Biscione. Infine, è vicepresidente della Idra, che custodisce il patrimonio immobiliare di famiglia.

Da segnalare, fra gli altri onorevoli fuori dal podio, la presenza del senatore forzista Bernabò Bocca (genero del banchiere Cesare Geronzi) nel consiglio di amministrazione di Findomestic, la società di credito al consumo di Bnp Paribas. Parimerito, con 7 cariche, col collega di partito Paolo Galimberti, patron del gruppo Euronics.

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