Un'agenzia locale mostra la coda di migliaia di persone fermate alla frontiera turca mentre scappano dai raid russi e di Assad

C'è un ragazzo che indossa una felpa rossa, al centro lo stemma tricolore e la scritta: Fifa Sports Italy. Ha il viso rotondo, gli occhi castani. È una delle migliaia di persone che stanno scappando dai bombardamenti della Russia e di Assad su Aleppo e le città vicine, per trovarsi bloccati al confine con la Turchia.
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I raid sono andati intensificandosi nelle ultime settimane, soprattutto nella zona di frontiera. E così le stragi. Perché a morire, sotto le macerie dei mercati, delle case, dei rifugi colpiti dall'alto, sono soprattutto civili. Famiglie. Abitanti. Gli ultimi, rimasti a testimoniare la possibilità, ancora, di una vita in Siria, come racconta Zaina Erhaim, il cui ragazzo è appena scampato a un bombardamento.
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Ma anche quelli che avevano resistito fin qui, ora sono prede troppo facili e troppo numerose della morte dal cielo, che avviene ogni giorno nell'indifferenza del pubblico internazionale attento ora solo al trovare una soluzione all'espansione dello Stato Islamico e non a osservare le conseguenze in vite umane che questa nuova fase della guerra siriana sta portando.
Così questo video, ripreso su Twitter da Gerry Simpson di Human Rights Watch, mostra ora le migliaia di donne, uomini e bambini che dalla campagna di Aleppo si stanno dirigendo alla Turchia per avere semplicemente salvezza. Ma si trovano davanti un confine chiuso e sempre più violento, come raccontava un rapporto della stessa organizzazione umanitaria pochi mesi fa. Con la consegna del “ce lo chiede l'Europa” infatti la Turchia sta frenando ogni arrivo in più rispetto alle centinaia di migliaia di rifugiati che già ospita sul proprio territorio. Queste persone si trovano così bloccate in un limbo. Alle spalle le bombe. Di fronte il filo spinato.