L’enorme massa di dati trafugata dallo studio legale Mossack Fonseca di Panama e consegnata un anno fa alla Süddeutsche Zeitung ha consentito a 400 giornalisti di oltre 100 testate di lavorare a una delle inchieste più clamorose mai realizzate: la pubblicazione di informazioni dettagliate su 214’000 società offshore create in paradisi fiscali, con l’identità dei titolari, degli azionisti e dei manager.
Uno scandalo enorme, che ha provocato le dimissioni del Presidente dell’Islanda e sta facendo tremare il Primo ministro britannico. La tecnologia digitale sembra dare strumenti nuovi ed eccezionali al giornalismo d’inchiesta. Per qualcuno è la conferma che la nuova frontiera del giornalismo aperta con le fughe di notizie di WikiLeaks continua e continuerà a servire la trasparenza e la democrazia. Per altri, gli aspetti oscuri di questo metodo lasciano spazio a molta ambiguità e facilmente si prestano alla manipolazione. Sullo sfondo di questo dibattito restano i whistleblower , coloro con molti rischi, sottraggono i dati e li forniscono ai giornali perché li rendano pubblici.
Moderati da Ruben Rossello, direttore dell'ATG, intervergono all'incontro del 25 aprile su questo tema presso l'USI Campus di Lugano:
Urs Dahinden, docente presso il Dipartimento di scienze dell’informazione della Hochschüle fur Technik und Wirtschaft di Coira, autore di Whistleblowers und Medien in der Schweiz, Chur Verlag, 2016
Philip Di Salvo, ricercatore dell’USI, editor del sito italiano dell’EJO e giornalista freelance. Si occupa di whistleblowing e giornalismo investigativo
Marcello Foa, amministratore delegato del gruppo editoriale Corriere del Ticino/mediaTI, docente di comunicazione e giornalismo presso l’USI e co-fondatore dell’EJO
Enrico Morresi, giornalista, già presidente della Federazione Svizzera dei Giornalisti e della Fondazione del Consiglio Svizzero della Stampa
Marco Pratellesi, capo redattore responsabile del sito dell’Espresso, docente di giornalismo digitale all’Università Lateranense di Roma e allo Iulm di Milano
La serata è organizzata dall’Associazione Ticinese dei Giornalisti in collaborazione con l’Osservatorio europeo di giornalismo (EJO) dell'USI.