Non si ferma la Nuit Debout. Le sigle sindacali chiedono la mobilitazione ad oltranza per il ritiro della riforma. Sono ferme raffinerie in diverse parti del paese, porti e mezzi pubblici. In attesa della manifestazione del 26 maggio

Blocchiamo tutto”, gridano. “Diventiamo ingovernabili”, scandiscono sotto le bandiere. E in diverse parti del Paese questo inizia ad accadere. Alcune regioni si trovano minacciate dalla penuria di carburante, nonostante le rassicurazioni del presidente François Hollande. A Parigi i sindacati dei trasporti invocano lo sciopero illimitato a partire dal 2 giugno. Mentre in Rete viene rilanciata la mobilitazione generale per giovedì 26 maggio. È la Francia della Nuit Debout, la protesta nazionale contro la legge di riforma del lavoro.

Dopo gli studenti, anche la Cgt, la principale sigla sindacale francese, ha preso la via della lotta ad oltranza contro il governo, determinato a procedere con la “Loi Travail” anche senza il consenso parlamentare. Decine di raffinerie sono chiuse. «Dal terminal petrolifero di Fos-sur-Mer non esce una goccia», titola Libération il 23 maggio, riportando le parole del segretario provinciale della Cgt di fronte al blocco totale di due raffinerie su tre del complesso petrolifero di Cavaou, alle spalle della Camargue. Non partono i camion. «Resteremo fermi fino al ritiro della legge», avanzano i lavoratori.
Protesta
Nuit Debout, la notte internazionale contro la riforma del lavoro francese
13/5/2016

Per tutto il weekend del 22 e 23 maggio gli automobilisti si sono incolonnati per fare il pieno in vista dei nuovi presidi in programma. Su 12mila stazioni, 1.500 erano già chiuse lunedì mattina. Il 58 per cento dei 22mila e cinquecento lettori che hanno risposto a un sondaggio di Le Parisien, alla domanda "Sei d'accordo con il blocco delle raffinerie e dei depositi di carburante", hanno detto: sì.

Oltre alla penuria di carburante, c'è il tema del blocco dei trasporti pubblici: già settimana scorsa alcuni collegamenti regionali, intercity e Tgv (i treni veloci) erano stati rallentati, in due tragitti su tre, mediamente. Ora la Sncf, la compagnia nazionale, mette in guardia sulle possibili cancellazioni e ritardi in vista delle manifestazioni del 25 e 26 maggio. Per il 26 maggio infatti le sigle sindacali, insieme ai movimenti spontanei sorti in migliaia di città sull'esempio della Nuit Debout di Parigi, hanno chiamato allo sciopero generale.

Sarà l'ottava giornata nazionale di manifestazioni contro la riforma del governo di Manuel Valls. Per i ragazzi di Place de la République, che i giorni li contano a partire dalla prima notte di marzo in cui la piazza è stata occupata fino allo sgombero della polizia, sarà l'87 marzo, l'87esima giornata consecutiva di protesta. Il 31 marzo scesero in piazza oltre un milione di manifestanti. Poi i numeri si sono ridotti. Ma già il 19 maggio erano tornate in corteo 400mila persone.

Il secondo appello è già previsto per il 14 giugno. Il segretario nazionale della Cgt, Philippe Martinez, ha chiamato a «generalizzare gli scioperi». Gli hanno risposto. «L'attività sarà a zero nella maggior parte dei porti», prevedono le sigle dei portuali. Già a Nantes, il quarto scalo marittimo per dimensioni e passaggi, in Francia, il personale sta incrociando le braccia e ha impedito i movimenti di merci e navi per l'intero weekend.

Intanto, anche il mondo universitario si trova ad affrontare la massiccia adesione a Nuit Debout dei suoi studenti. I professori delle lauree in Cinema e Filosofia dell'ateneo di Parigi-VIII si sono resi conto di non poter programmare esami o votazioni perché le matricole erano impegnate in assemblee, tavoli di lavoro, presidi e notti in piazza. Per questo entrambi i dipartimenti hanno deciso di dare ai manifestanti il sei politico.

Causando l'ira del presidente dell'università. Mentre a Fontainbleu, nella città imperiale, i quaranta dipendenti degli archivi nazionali stanno occupando notte e giorno i locali per «esprimere la nostra collera» sull'incertezza per il futuro dell'istituto. «Lotteremo fino in fondo». Anche qui.

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