
Misure speciali per tre mesi con la sospensione della Convenzione europea sui diritti umani dichiarando che «è indispensabile per consentire alle autorità di agire rapidamente e in modo più efficace nei confronti di quanti hanno complottato contro lo stato turco».
Un messaggio chiaro: mano libera per arrestare e interrogare senza l’impiccio del controllo della magistratura e del Parlamento, ma anche pesanti divieti per cortei e limitazioni dei diritti civili ed individuali che fanno piombare il paese in uno stato di polizia.
L’Europa e gli Usa assistono con preoccupazione alla stretta sui diritti. In tanti si interrogano sulle misure da attuare e la politica da tenere con il partner Nato.
Il Consiglio italiano del movimento europeo (sigla che raccoglie partiti, sindacati e associazioni con l’idea forte dell’unità europea) ha una sua idea: «Considerando le decisioni del Governo turco chiediamo al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni di proporre al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa la sospensione della Turchia da quella organizzazione e sollecitare la Commissione europea e l'Alto Rappresentante per la politica estera e la sicurezza affinché sia avviata con urgenza la procedura per ottenere dal Consiglio Ue e dal parlamento di Bruxelles la sospensione dell'accordo di associazione con la Turchia».
Inoltre considerata la proposta del Capo dello Stato turco Erdogan di riattivare la pena di morte, gli Stati coinvolti devono bloccare qualunque domanda di estradizione verso la Turchia.
La proposta affonda le sue radici nella storia italiana, quando Pietro Nenni, predecessore di Paolo Gentiloni alla Farnesina, su suggerimento del suo consigliere Altiero Spinelli chiese e ottenne dal Comitato dei Ministri la sospensione della Grecia dei colonnelli dal Consiglio d'Europa.
A ricostruire i fatti è Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio italiano del movimento europeo: «Fondandosi su questa decisione Altiero Spinelli, divenuto nel frattempo commissario europeo, ottenne dal Consiglio dei ministri la sospensione dell’accordo di associazione fra le Comunità europee e la Grecia bloccando la difesa che il commissario tedesco Dahrendorf aveva fatto del regime dei colonnelli secondo il principio "pacta sunt servanda" (i patti devono essere osservati, un principio fondamentale del diritto civile e del diritto internazionale) che ignorava ottusamente l'altro principio "rebus sic stantibus”, “stando così le cose”, secondo il quale si può e si deve chiederne la modificazione o la risoluzione di ogni accordo sottoscritto prima dei tragici fatti».