Ucraina: al via la conferenza bilaterale sulla ricostruzione
È in corso da stamane a Roma la conferenza bilaterale per la ricostruzione dell'Ucraina. Una rinascita che il governo punta a far passare anche dall'Italia, che vuole giocare un ruolo da protagonista in questa sfida, pianificando una strategia prima che il conflitto finisca. La regia sarà politica al più alto livello: a fare gli onori di casa la premier Giorgia Meloni, i suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Giancarlo Giorgetti e Adolfo Urso.
In rappresentanza di Kiev, il primo ministro Denys Shmyhal ed il titolare degli Esteri Dmytro Kuleba tra gli altri. In quest'ottica, le circa 600 aziende italiane presenti al Palazzo dei Congressi dell'Eur sono chiamate a condividere la propria expertise con gli interlocutori ucraini, per fornire loro le migliori soluzioni di breve, medio e lungo periodo. E chi sarà in grado di ben posizionarsi nella fase di "fast recovery" si troverà in vantaggio quando la ricostruzione vera e propria sarà avviata. Il governo considera del resto fondamentale il coinvolgimento dei soggetti privati, perché la ricostruzione vale 411 miliardi e non potrà essere finanziata tutta da fondi pubblici. Allo stesso tempo, si sottolinea, Kiev dovrà portare portare avanti le riforme per garantire più legalità e trasparenza, creando un ambiente favorevole alla realizzazione dei progetti. Fitto il calendario della giornata. Si parte con una sessione a porte chiuse composta da 7 tavoli tematici su altrettanti settori individuati come prioritari. Più tardi la sessione plenaria.
Turchia: operazione contro il Pkk curdo, 110 arresti
Figurano dirigenti del partito filo-curdo Hdp tra i 110 sospetti finiti in manette in Turchia in un'operazione contro il Pkk e l'organizzazione affiliata del Kck (Unione delle comunità del Kurdistan) condotta dalle forze di sicurezza in 21 province. Lo ha riferito il sito del quotidiano Sabah, precisando che l'operazione - scattata a meno di un mese dalle delicate elezioni del 14 maggio - è partita dalla provincia sudorientale di Diyarbakir. La procura della provincia ha infatti ordinato gli arresti nell'ambito di un'indagine sulle "attività terroristiche" condotte dai due gruppi. Tra le persone fermate figurano i presunti organizzatori di circa 60 rivolte scoppiate a Diyarbakir dal 2017, giornalisti, finanziatori, avvocati e responsabili di associazioni sospettate di avere legami con il Pkk e la Kck. La polizia ha anche arrestato delle persone accusate del rapimento di bambini allo scopo di reclutarli nel Pkk. Tra gli esponenti dell'Hdp arrestati spicca il co-vice presidente Ozlem Gunduz. L'Hdp è il secondo partito di opposizione più rappresentato in Parlamento e da tempo è nel mirino del governo che lo ritiene un'estensione del Pkk e ne chiede la chiusura.
Biden cerca il bis alla presidenza
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ufficialmente lanciato la candidatura per un secondo mandato alle elezioni presidenziali del 2024 per «concludere il lavoro fatto finora». Nell’annuncio, pubblicato con un video sui social, è stato dato ampio spazio al concetto di difesa della democrazia contro l'estremismo, tralasciando per il momento i temi economici.
Per gli americani né Biden né Trump
Da un sondaggio pubblicato da Nbc News la maggioranza degli americani non vorrebbe che l'ex presidente Trump o il presidente Biden si candidino alla presidenza nel 2024. Il sondaggio ha stabilito che il 70% degli intervistati non vuole Biden come candidato alla Casa Bianca per il 2024; mentre il 60% non vorrebbe Trump. Le ragioni dell'ostilità, nel caso di Biden, sono collegate all'età. Tuttavia, gli elettori democratici e repubblicani dichiarano che voteranno ancora per l'ex e l'attuale presidente alle elezioni generali, con l'88% degli elettori democratici che voterebbe sicuramente o probabilmente per Biden; mentre solo il 46% dei repubblicani sosterrebbe Trump.
Guterres: «In Sudan una lotta di potere che potrebbe varcare i confini»
«La lotta per il potere in Sudan non solo sta mettendo a rischio il futuro di quel paese, ma sta accendendo una miccia che potrebbe esplodere oltre i confini, causando immense sofferenze per anni e ritardando lo sviluppo di decenni». Questo il monito lanciato dal Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, durante una sessione del Consiglio di sicurezza dedicata alla situazione in Sudan, dove dal 15 aprile scorso sono in corso scontri tra esercito e forze paramilitari. Guterres ha precisato che sono «almeno 450 le persone rimaste uccise, tra cui quattro membri della famiglia delle Nazioni Unite, e più di 4.000 quelle rimaste ferite", mentre "decine di migliaia sono fuggite dalle loro case».
Migranti: 435 sbarcati durante la notte a Lampedusa
Sono 435 i Migranti che, con dieci barchini, sono arrivati a partire da mezzanotte fino all'alba a Lampedusa. Ieri, gli sbarchi erano stati 20 con complessive 674 persone. All'hotspot di contrada Imbriacola sono presenti 2.689 persone a fronte dei poco meno di 400 posti disponibili. Per la tarda mattinata, su disposizione della Prefettura di Agrigento, è previsto il trasferimento di 180 ospiti con il traghetto di linea per Porto Empedocle. Durante la notte, la Guardia costiera e la Guardia di finanza hanno soccorso barchini con a bordo da un minimo di 39 persone ad un massimo di 62, fra cui donne e minori, originari di Burkina Faso, Ciad, Guinea, Mali, Sierra Leone, Camerun, Nigeria e Sud Sudan. Tutti, stando ai loro stessi racconti, sono salpati da Sfax in Tunisia e hanno pagato, per la traversata, fino a 3.500 dinari tunisini.