Rivelazioni esclusive di un accordo fiscale segreto tra il colosso delle scarpe e il governo dell’Aja. Per evitare accuse sulle società offshore, il logo con il baffo torna in Europa. Ma le imposte restano bassissime

Anche la multinazionale Nike è ricorsa ai paradisi fiscali, decidendo di spostare miliardi di dollari di profitti dall'Europa alle Bermuda attraverso un accordo speciale. A dare il via libera è stato il governo olandese nel 2006 con un'intesa fiscale di durata decennale e segreta.

Nei tre anni successivi all’accordo, i profitti netti di Nike sono aumentati del 55 per cento arrivando a 1,88 miliardi di dollari. Questo balzo è stato possibile proprio grazie alla riduzione della pressione fiscale, scesa dal 34,9 a 24,8 per cento fino a crollare al 13,2 per cento nel corso del 2016.

Fondamentale per il nuovo accordo di Nike è stata un'apposita società creata alle Bermuda, la Nike International Ltd, che deteneva la proprietà del suo marchio, lo Swoosh, il famoso baffo simbolo dell'azienda americana. A rilevare queste manovre riservate sono i Paradise Papers.

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Nike si è servita di quella società-satellite alle Berlmuda per far pagare i diritti di utilizzo del marchio alla sua sede europea, nella città olandese di Hilversum, con conseguente riduzione dei profitti tassabili. Da qui si vendevano scarpe da ginanstica e altri accessori sportivi a migliaia di grossisti e rivenditori indipendenti, nonché direttamente ai clienti, attraverso i negozi di Nike in tutta Europa.

In pratica questo meccanismo ha consentito di spostare miliardi di profitti dall'Europa nelle Bermuda, dove però Nike non ha nè personale nè uffici. Qui infatti è solamente registrata attraversoi servizi dello studio Appleby.

Nella sede americana della Nike a Beaverton, in Oregon, è conservato solo un timbro della Nike International Ltd, utilizzato per siglare operazioni importanti. Ma ai fini fiscali, Nike International è nelle Bermuda.

Per anni gli ingenti pagamenti dei diritti per il marchio incanalati verso le Bermuda non sono apparsi nei bilanci delle controllate olandesi di Nike. Il primo indizio è arrivato l'anno scorso, quando di fronte a una corte tributaria degli Stati Uniti sono emersi pagamenti verso le Bermuda, nel 2010, 2011 e 2012, per un totale di 3,86 miliardi di dollari.

Così Nike avrebbe guadagnato, in totale, 6,6 miliardi di dollari, a quanto risulta a giugno 2014, tassati solo al 3 per cento. Nel 2014, il giro delle Bermuda stava diventando troppo visibile. Quindi Nike e i suoi legali hanno trovato una soluzione: con pochi aggiustamenti, i profitti potevano continuare a traslocare. Per arrivare, questa volta, alla sede olandese di Nike.

Dopo la riorganizzazione del 2014, a Hilversum, in Olanda, sono arrivati pagamenti per i marchi per 982 milioni di dollari nel 2015 e per altri 1,13 miliardi di dollari nel 2016.

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Con la nuova struttura, in pratica, la proprietà del logo Swoosh è stata soltanto trasferita dalla controllata delle Bermuda a una nuova filiale olandese, la Nike Innovate CV. CV significa "commenditaire vennootschap" o “limited partnership”, una sorta di società ad accomandita semplice. Quindi è di proprietà del partner che sta fuori dell’Olanda e può essere interamente apolide e quindi senza obblighi fiscali. Un sistema che risale al 1830 e che viene usato ancora oggi anche da atre multinazionali.

Le sigle "CV" appaiono ripetutamente nei documenti di Appleby. Ecco come funziona il sistema: secondo la legge olandese, gli utili ottenuti tramite una CV sono considerati esterni, come se fossero stati fatti da società partner. Ed essendo così considerati stranieri, non possono essere tassati in Olanda. In apparenza, però, sembra una società che paga le tasse come tutte le normali imprese europee.

L'Unione europea ha fatto pressioni per modificare il sistema fiscale olandese. Ma alla fine del 2016, il ministro delle finanze dell'Aja Jeroen Dijsselbloem ha chiesto di rallentare le riforme: in gioco ci sono 77.660 posti di lavoro legati alle multinazionali statunitensi attirate in Olanda proprio da questi vantaggi fiscali. Quindi per ora non è cambiato nulla.

Dal giorno del passaggio della proprietà del logo Swoosh dalla consociata Bermuda alla partner olandese, i guadagni offshore di Nike sono ulteriormente cresciuti. A maggio 2017, aveva raggiunto quota 12,2 miliardi di dollari. Profitti su cui è stata applicata una tassazione inferiore al 2 per cento.