Attacco a Londra, Minniti: “In Italia controlli rafforzati". A Roma massima allerta

"Aumentare la vigilanza nelle aree di maggiore afflusso di persone" anche in vista delle celebrazioni nella Capitale dei Trattati. Dopo l'attentato a Westminster, il ministro dell'Interno ha riunito il Comitato antiterrorismo al Viminale, a cui ha preso parte anche l'ufficiale di collegamento con Scotland Yard

Rafforzare ulteriormente i controlli nelle aree di maggior afflusso. E’ questa la disposizione del ministro dell’Interno Marco Minniti dopo la riunione del Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa), alla quale ha partecipato anche l’ufficiale di collegamento a Roma di Scotland Yard. Di fronte al massimo spontaneismo e alla minaccia di attentati provenienti da attori solitari auto-attivati la risposta non può essere infatti solo la prevenzione, attraverso la circolazione delle informazioni tra intelligence europee, ma il controllo del territorio. Del resto proprio in un normale controllo del territorio è stato individuato Anis Amri.

L’attentato di Londra sul Westminster Bridge, nella zona del Parlamento britannico, ripropone ancora una volta la scelta di target dall’elevato valore simbolico, da colpire con ogni mezzo. Secondo le indicazioni fornite da Daesh, perché se a Mosul e a Raqqa si arretra, l’offensiva terroristica si rilancia in Europa.

E’ successo a Nizza lungo la promenade des Anglais in occasione delle celebrazioni del 14 luglio e poi a Berlino davanti al mercatino di Natale.

Il massimo risultato con il minimo sforzo organizzativo per chi vuole compiere il jihad ‘qui e ora’. Terroristi spesso con precedenti, nati e cresciuti in Europa, che hanno trovato in Daesh la possibilità di dare libero sfogo alla rabbia e di essere almeno per una volta protagonisti.

Terroristi noti ai servizi di intelligence, ma che utilizzano modalità d’azione difficile da controllare. Noleggiare un suv e avere due coltelli non richiede alcuna fase preparatoria che possa destare sospetto anche a un occhio attento.

In Italia il sistema di difesa degli obiettivi sensibili vede la massiccia presenza di soldati e poliziotti. Il livello di allerta è 2. Il massimo. Oltre c’è solo l’attentato in corso. Nella Capitale sabato prossimo, in occasione delle cerimonie celebrative del 60° Anniversario della firma dei Trattati di Roma, saranno dispiegati oltre 3mila agenti, il triplo delle forze dell’ordine previste per eventi di questo tipo. Artificieri, unità cinofile, tiratori scelti sui palazzi e telecamere. La zona blu quella dove saranno ospitati i leader politici sarà chiusa al traffico e ai pedoni. Una zona verde farà da area di cuscinetto. A complicare il piano di sicurezza non c’è solo il terrorismo di matrice jihadista, ma anche il previsto afflusso i black-block. Nell’ottobre 2011 e due anni dopo nel 2013 la città è stata messa a ferro e fuoco. Lo stesso giorno anche Milano sarà blindata per la prima visita pastorale di Papa Francesco.

L’allarme però è tutti i giorni. Non serve un’occasione particolare per compiere un attentato terroristico. La vera chiave, spiegano dalla nostra intelligence, è non far scemare mai il livello di attenzione e saper cogliere ogni piccolo indizio per poter intervenire prima.


Leggi L'analisi sul New Yorker
La cronaca Repubblica.it

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Siamo tutti complici - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso