L'ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Il presidente emerito della Corte costituzionale, Valerio Onida. Il giurista Gustavo Zagrebelsky. Il prete antimafia don Luigi Ciotti. E ancora magistrati, dirigenti scolastici, professori universitari, associazioni, psicologi, direttori di comunità per i minori. Persino Flavia Franzoni, la moglie dell'ex premier Romano Prodi che insegna organizzazione dei servizi sociali all'università di Verona e Bologna.
Un lungo elenco di firme a sostegno dei tribunali dei minorenni. Per chiedere al governo di cambiare rotta sulla riforma che tra pochi giorni potrebbe essere approvata e che prevede l'abolizione di spazi separati per la giustizia minorile. Addio procure e corti dedicate solo agli adolescenti. L'Espresso, nel numero ancora in edicola, aveva intervistato Giuseppe Spadaro, presidente del tribunale dei minorenni di Bologna.
Il giudice chiedeva al ministro Andrea Orlando di fermare questo stravoglimento che rischia di cancellare una delle istituzioni più longeve del Paese. La giustizia minorile italiana è diventata un modello in Europa. L'approccio multidisciplinare, i collegi misti, il tentativo prioritario di evitare il circuito carcerario e prediligere i percorsi di recupero in comunità, hanno contribuito a renderlo un sistema all'avanguardia.
«In questo momento storico, i bambini e gli adolescenti sono i primi a pagare le conseguenze drammatiche che derivano dalla crisi economica, dall’immigrazione e dai tagli alla spesa pubblica negli enti locali: un numero sempre maggiore di loro, come risulta da tutte le rilevazioni statistiche, vive ormai in condizioni drammatiche,
specialmente in alcune aree del paese», scrive nell'appello l'associazione magistrati per i minorenni e la famiglia.
Nel documento firmato da quasi 400 personalità si legge: «I Tribunali e le Procure Minorili, come la Corte Costituzionale ha più volte affermato, trovano fondamento nel principio di protezione dell'infanzia e della gioventù (art. 31 della Costituzione) e nel dovere della Repubblica, nei casi di incapacità dei genitori, di provvedere a che siano assolti i loro compiti (art. 30), in un contesto di obblighi internazionali in cui la specializzazione è considerata un valore irrinunziabile, tanto che l'Unione Europea - con la recente approvazione della direttiva sulle garanzie procedurali per i minori penalmente indagati - ha assunto come propri i valori ai quali si ispira il nostro ordinamento, ribadendo la necessità di potenziare la specializzazione dell'intervento giudiziario minorile ed evidenziandone la funzione preventiva e la specificità rispetto alla giustizia ordinaria».
Il ruolo dei Tribunali e delle Procure Minorili, uffici specializzati e autonomi, è fondamentale sia negli interventi di protezione di bambini e adolescenti - vittime in diversa misura di incurie, maltrattamenti ed abusi - sia nel settore penale, nel quale il processo è caratterizzato, fin dal primo momento, da finalità educative dirette al recupero sociale dell'imputato minorenne. Il Consiglio Superiore della Magistratura, con delibera adottata all'unanimità il 13 luglio 2016,ha sottolineato la necessità di preservare l'autonomia dei Tribunali e delleProcure minorili, evidenziando le gravi disfunzioni che si determinerebbero in concreto se gli attuali uffici minorili fossero assorbiti negli uffici ordinari. In questo contesto la proposta di legge approvata dalla Camera - che prevede l'accorpamento degli uffici minorili a quelli ordinari - si muove in senso del tutto opposto, e appare ispirata dal tentativo di ripianare le carenze di risorse degli uffici per gli adulti col sacrificio della tutela dell'infanzia e dell'adolescenza.
Con la loro soppressione - e la creazione di 'sezioni distrettuali' nei tribunali ordinari e di 'gruppi specializzati' all'interno delle procure ordinarie - al posto dei tribunali si creerebbero strutture molto più complesse, che verrebbero paradossalmente declassate a mere sezioni dei tribunali ordinari, prive non solo dell'autonomia organizzativa, ma anche della rappresentanza esterna nei confronti degli enti locali e dei servizi socio-sanitari, aspetto fondamentale per l'efficacia dell'intervento giudiziario in questo settore. Ancor più gravi le trasformazioni previste per le procure minorili – destinatarie ogni anno di decine di migliaia di segnalazioni dei servizi, delle forze dell'ordine, degli ospedali, delle scuole, delle associazioni di volontariato e di semplici cittadini – perché nei 'gruppi specializzati' non verrebbe garantita nemmeno l'esclusività delle funzioni dei magistrati, che - in aggiunta ai compiti di tutela dei bambini e degli adolescenti - dovrebbero svolgere anche funzioni penali ordinarie, in processi contro adulti ispirati a una logica inquirente del tutto diversa nelle finalità e nell'approccio. La tutela dell'infanzia e dell'adolescenza è strategica per il futuro del paese, e un settore così complesso e importante della giurisdizione - che ha quasi un secolo di vita e di studi - non può essere frettolosamente riformato nell'ambito di un disegno di legge che si occupa di argomenti processuali del tutto diversi».
Il fronte del no è, dunque compatto. E lo si capisce anche dalle mailing list interne alla magistratura. Dove le critiche alla riforma sono unanimi. Contro si è schierato anche l'associazione nazionale magistrati e il Csm aveva già preso posizione segnalando le possibile disfuzioni una volta entrata in vigore la nuova normativa: l'accorpamento cioè dei tribunali e delle procure per minorenni con le strutture degli adulti.