Risultati e commenti sul nostro sito. Trionfa il Movimento 5 stelle, oltre il 30 per cento, disastro Dem che porta alle dimissioni di Renzi, Forza Italia superata dal partito di Salvini. Ma non c'è una maggioranza chiara
Movimento 5 Stelle primo partito, crollo del Pd, centrodestra prima coalizione con il sorpasso della Lega ai danni di Forza Italia. Sono questi i risultati che emergono nella notte delle elezioni 2018. Un trionfo nei numeri per i pentastellati, che però sono lontani dall'ottenere una maggioranza alle Camere che gli permetterebbe di avere i numeri per un governo "autosufficiente". Crollo peggiore del previsto per il Partito Democratico e Lega Nord sopra Forza Italia nella coalizione di centrodestra, vicina alla maggioranza dei seggi in Senato. Così stando le cose saranno necessarie alleanze tra le forze politiche per garantire un esecutivo al Paese.
I numeri. I 5 Stelle toccano il 32 per cento, Salvini arriva ad un punto percentuale dai dem (19 per il Pd, 18 la Lega), Forza Italia è al 13,9 per cento e Fratelli d'Italia al 4,3 (con un 36,2 per cento che fa del centrodestra la coalizione vincente ma lontana dalla maggioranza di governo).
I ministri pagano dazio Quasi la metà dei ministri del governo Gentiloni, non riesce a vincere la sfida. A portare a casa il seggio nell'uninominale, oltre al premier che sfiora il 42 per cento, anche alcuni dei più vicini al segretario Matteo Renzi (anche lui conquista il seggio uninominale),
da Maria Elena Boschi a Luca Lotti, mentre non ce la fanno la titolare della Difesa,
Roberta Pinotti il ministro dell'Interno
Marco Minniti, che perde a Pesaro contro Andrea Cecconi, al centro dello scandalo 'rimborsopolì del Movimento 5 Stelle. Tra i 'bocciatì nella sfida del maggioritario anche
Dario Franceschini, che perde nella sua Ferrara, e il ministro del Mezzogiorno
Claudio De Vincenti, 'catapultato a Sassuolo e arrivato solo terzo, così come Valeria Fedeli.
Le dichiarazioni. Trionfo del Movimento 5 Stelle,
Alessandro Di Battista e Roberto Fico in coro: «Adesso tutti dovranno parlare con noi». «E' una bella giornata, nonostante la pioggia ha commentato Luigi Di Maio alle 10 del mattino uscendo dalla sua abitazione a Roma. «E' un dato storico ed è stata un'emozione indescrivibile. Siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche - ha detto poi dall'hotel Parco dei Principi - a partire dalle figure di garanzie che vorremo individuare per le presidenze delle due camere ma soprattutto per i temi che dovranno riguardare il programma di lavori». Intanto Grillo è a Roma. Nel centrodestra però, comanda la Lega di Salvini. La squadra con cui ragionare e governare è quella di centrodestra" dice il leader del Carroccio commentando dal quartier generale della Lega, in via Bellerio a Milano, i risultati. "Sono uno che mantiene la parola data - aggiunge - e l'impegno preso riguarda la coalizione di centrodestra, che ha vinto e che può governare"
Il grande sconfitto. Crollo del Partito democratico al 19 per cento.
Matteo Renzi si dimette però detta le sue regole e annuncia la linea dei prossimi mesi.
Soffrono i piccoli. I numeri non sono confortanti: Leu è al 3,3 per cento e la Bonino al 2,6 a un passo dalla soglia dell'autonomia del 3 per cento. Dati che sostanzialmente si replicano al Senato, dove devono essere scrutinate ancora 5 mila sezioni su 61.401. intorno all'1 per cento Casapound e il Partito della famiglia di Mario Adinolfi. Esulta solo Potere al Popolo per un risultato che si attesta all'1,5.
Numerosi gli episodi curiosi legati ai leader andati al seggio. Sivio Berlusconi è stato accolto dalla protesta di una femen a petto nudo, mentre si sono resi protagonisti di gaffe il grillino Alessandro Di Battista, che ha sbagliato seggio, quelal di Pier Luigi Bersani che ha depositato la scheda con tanto di talloncino antifrode e quelle di Pietro Grasso e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che hanno dimenticano di ritirare la carta d'identità.
Affluenza e giornata. Si sono chiuse alle 23 le urne di queste elezioni politiche 2018, le prime con la nuova legge elettorale chiamata "Rosatellum". Il dato (ancora parziale) dell'affluenza è del 71,48%, in calo rispetto alle ultime politiche del 2013. Durante le votazioni non sono mancati i problemi, primo tra tutti le lunghe code dovute al nuovo sistema antifrode che ha rallentato le operazioni di voto.