Una fondazione di beneficenza, presieduta da un esponente del partito di Salvini, ha investito milioni sui titoli di piccole società con base nell'isola del Mediterraneo

È una miniera di sorprese l’ultima pagina della millenaria storia del castello medievale di Collalto Sabino, 70 chilometri da Roma sulla strada per L’Aquila. Tra investimenti milionari, intrighi politici e conflitti d’interessi assortiti, si arriva nell’isola di Malta, dopo una sosta a Mauritius, paradiso vacanziero nell’Oceano Indiano. Niente più papi e cardinali, nobili e briganti, che per secoli hanno popolato le stanze della fortezza nel reatino.

La trama che L’Espresso è in grado di svelare racconta i sorprendenti affari di un ente benefico con sede a Varese sostenuto e finanziato dalla potente Fondazione Cariplo. Dietro le quinte si muovono professionisti con solidi agganci politici.Come per esempio Luca Galli, targato Lega per un decennio e più fino all’espulsione dal partito, l’estate scorsa. E poi Andrea Gemma, consigliere di amministrazione dell’Eni, avvocato dalle mille relazioni nei palazzi del potere romano, in primis con Angelino Alfano, ministro degli Esteri dimissionario.
Il castello di Collalto Sabino

Crocevia Malta
Per tirare le fila di questa vicenda conviene partire da Malta, piattaforma d’affari nel Mediterraneo ad alta densità di investitori internazionali, attratti dai generosi sconti fiscali del governo di La Valletta. Batte bandiera maltese il gruppo Global Capital, una piccola compagnia di assicurazioni che una quindicina di anni fa ha investito circa 3 milioni di euro per comprare il castello di Collalto Sabino, con le sue alte mura merlate che cingono un palazzo nobiliare con nove camere da letto, saloni, sala da ballo e biblioteca.

L’affare italiano non sembra aver portato molta fortuna a Global Capital. Le cronache finanziarie danno conto della storia piuttosto travagliata della società, che fino al 2015 era controllata dal miliardario mauriziano Dawood Rawat, a capo della British American Investment company (Bai) con base a Mauritius. Il cambio di governo nel minuscolo Paese africano, un milione e duecentomila abitanti, è stato fatale al finanziere, molto vicino al primo ministro uscente Navinchandra Ramgoolam. Accusato di una gigantesca truffa da oltre 600 milioni di dollari, tre anni fa Rawat è stato costretto a fuggire all’estero per non essere arrestato, mentre le sue proprietà venivano commissariate.
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Arrivano gli italiani
Gli effetti del ribaltone si sono fatti sentire anche a Malta. Global Capital esce dall’orbita del gruppo Rawat e a metà del 2015 compare all’orizzonte un nuovo socio forte, l’italiano Paolo Catalfamo, 55 anni, una lunga carriera alle spalle come gestore di fondi e investitore in proprio. Catalfamo non è entrato in scena per caso. È stato console onorario in Italia di Mauritius, dove risulta residente, e gli vengono anche attribuiti buoni rapporti con Navinchandra Ramgoolam, l’ex primo ministro che fu a suo tempo sponsor di Rawat, il miliardario caduto in disgrazia. Tramite la Investar, una holding con base a Malta, il nuovo arrivato mette sul piatto una manciata di milioni e prende il controllo della compagnia di assicurazioni di La Valletta.

Ad aprile 2016 su Global Capital sventola il tricolore italiano. Nel consiglio di amministrazione presieduto da Catalfamo troviamo l’avvocato quarantenne Andrea Gemma, protagonista di una rapidissima carriera. Insieme a Gemma, nel board maltese siede anche il leghista Luca Galli, che in passato ha collezionato poltrone in Cariplo, nel gruppo bancario Intesa e in Finlombarda, controllata dalla regione Lombardia. I due amministratori di Global Capital hanno condiviso almeno un altro incarico: entrambi sono stati consiglieri di Serenissima sgr, la società di gestione di fondi immobiliari che fa capo alla Centrale Finanziaria presieduta da Giancarlo Elia Valori, un altro nome che ricorre da decenni nel mondo di mezzo tra la politica e gli affari.

Soldi dalla Onlus
Torniamo a Malta. Una volta in sella, Catalfamo fa il pieno di capitali freschi. Nel corso dei primi mesi del 2016 Global Capital e la holding Investar piazzano sul mercato obbligazioni per un totale di 15 milioni di euro. Chi ha sottoscritto quei titoli? La Fondazione comunitaria del Varesotto sborsa circa 2,5 milioni. I documenti ufficiali che L’Espresso ha potuto consultare rivelano che 720 mila euro sono andati a Global Capital, mentre 1,8 milioni hanno preso il volo verso la Investar di Catalfamo.

In altre parole, il piccolo ente con sede a Varese ha investito quasi il 20 per cento del proprio portafoglio titoli puntando sulle obbligazioni di due società maltesi, praticamente sconosciute fuori dall’isola. Una scelta sorprendente per un’istituzione benefica nata 20 anni fa per «migliorare la qualità della vita della comunità e promuovere la cultura della donazione», finanziando tra l’altro la ricerca scientifica, le attività culturali, l’assistenza sociale e sanitaria. La Fondazione comunitaria del Varesotto opera di fatto come un satellite di Cariplo, che oltre ad avere voce in capitolo nella nomina del consiglio di amministrazione è anche di gran lunga il principale finanziatore.
Bilanci alla mano, ora si scopre che la onlus varesina è diventata uno sponsor importante della Investar di Catalfamo, che ha come unica attività in bilancio la partecipazione azionaria in Global Capital. I conti della holding maltese segnalano che la quota di controllo nel capitale della compagnia di assicurazioni vale 4,4 milioni finanziati per intero con il prestito da 5 milioni emesso all’inizio del 2016. Lo stesso prestito che è stato sottoscritto per 1,8 milioni (il 36 per cento del totale) dalla Fondazione comunitaria del Varesotto. Le obbligazioni sono convertibili in azioni Global Capital nel settembre di ogni anno a partire dal 2017 e in prospettiva potrebbero rivelarsi molto difficili da liquidare, visto che sono trattate soltanto in un piccolo listino alternativo maltese.

Interessi in conflitto
Per quale motivo un ente benefico, che dovrebbe evitare speculazioni finanziarie, si è avventurato fino a Malta per investire in una piccola compagnia di assicurazioni e in una holding come la Investar che a fine 2016, data dell’ultimo bilancio disponibile, vantava mezzi propri per soli 139 mila euro?

Dalle carte emerge che la rotta di Global Capital si incrocia almeno in un’altra occasione con la onlus varesina. Come detto, infatti, tra gli amministratori della società maltese compare il nome di Luca Galli. Proprio lui, il consulente finanziario nonché piccolo imprenditore di Castellanza (ramo costruzioni), a lungo esponente di punta della Lega in provincia di Varese. Galli fino all’estate scorsa sedeva sulla poltrona di presidente della Fondazione comunitaria del Varesotto.
Ricapitoliamo: nel 2016 l’ente guidato da Galli investe 2,5 milioni di euro nelle obbligazioni Global Capital e della controllante Investar. A luglio di quell’anno, lo stesso Galli entra anche nel consiglio della compagnia di assicurazioni di La Valletta. «Conosco Galli da una decina di anni», ha spiegato Catalfamo a L’Espresso. «Gli ho chiesto di entrare in consiglio proprio per poter sorvegliare da vicino la gestione della compagnia in cui aveva investito la Fondazione che presiedeva».

Ribaltone a metà
Per un po’ tutto fila liscio, a Varese. L’ente benefico approva il bilancio dove vengono segnalati gli investimenti a Malta e il 1° giugno del 2017 i 14 amministratori votano all’unanimità la riconferma del presidente uscente Galli, designato da Cariplo. Nel board della fondazione varesina siedono importanti esponenti delle professioni e dell’imprenditoria locale, come l’avvocato leghista Andrea Mascetti, l’ex presidente dell’Unione industriali, Michele Graglia, il banchiere Giorgio Papa, già direttore generale della finanziaria regionale Finlombarda e dal 2015 alla guida della Popolare Bari.

Un primo stop a Galli arriva il 13 luglio 2017. Quel giorno il presidente si presenta dimissionario davanti al consiglio della fondazione varesina, che prende atto del passo indietro. È una svolta sorprendente, visto che solo 40 giorni prima Galli era stato riconfermato all’unanimità. Nel frattempo la Lega aveva scaricato il suo dirigente, espulso poche ore prima di lasciare l’incarico di vertice nella onlus con le obbligazioni a Malta. La decisione non è mai stata motivata, ma non è difficile metterla in relazione con il coinvolgimento di Galli in un’indagine della procura di Varese sulla gestione della casa di riposo cittadina.

L’ex leghista, però, ha fatto un passo indietro solo a metà: è infatti ancora amministratore della Fondazione, ora presieduta da Maurizio Ampollini, legato al mondo del volontariato. «Stiamo cercando di vendere i titoli maltesi un po’ alla volta», spiega Ampollini , «ma serve tempo». Intanto la società Quaestio, partecipata da Cariplo, ha completato la sua verifica sulla consistenza e i rischi legati agli investimenti dell’ente benefico varesino.
Le sorprese non mancano. E ancora una volta si corre sul filo del conflitto d’interessi. Galli, in questo caso insieme all’avvocato Gemma, compare tra gli amministratori di Serenissima sgr, a cui fa capo il fondo Real Energy. Ebbene, dai documenti ufficiali risulta che la Fondazione Varesina ha investito 520 mila euro proprio nel fondo Real Energy. Tra il 2016 e il 2017 sono inoltre state comprate obbligazioni e una garanzia ipotecaria per un totale di 1,5 milioni collocate dalla società Mata, a cui fanno capo alcune operazioni immobiliari tra Milano e Pavia. Fino all’estate del 2016 uno dei tre amministratori di Mata era il leghista Galli. Ancora lui.

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