Yuspha Janneh, ragazzo del Gambia, è rinchiuso nel carcere di Poggioreale, a Napoli. La corte d'assise di Agrigento lo ha rietenuto colpevole di tortura e traffico di esseri umani

Ha tenuto sotto sequestro e ha ridotto in schiavitù decine di migranti pronti a partire per l'Europa. La corte d'assise di Agrigento ha condannato a dieci anni di carcere per traffico di esseri umani e torture Yuspha Janneh, ragazzo di 19 anni del Gambia. Durante le indagini portate avanti dal procuratore della Dda di Palermo Gery Ferrara si è scoperto che Janneh costringeva i profughi tenuti prigionieri nel campo libico di Sabrath a lavorare per pagarsi la traversata del Mediterraneo.

Inoltre, in diverse occasioni il ragazzo ha picchiato e minacciato con le armi molti di loro, forzando i prigionieri ad acquistare i beni alimentari nel suo negozio. Si è poi imbarcato sulle coste libiche insieme alle persone che aveva torturato per aiutare gli scafisti e per controllare i migranti durante la traversata fino a Lampedusa. Anche qui sono continuate le violenze e le intimidazioni, dai pugni alla minaccia di bucare il gommone con una cintura.

E i ricatti sono proseguiti anche una volta arrivati in Italia: fino al soggiorno nella struttura “Gesco” di Marano di Napoli, Janneh ha continuato a intimidire i migranti per cercare di dissuaderli dal denunciarlo alle autorità di polizia. Alcuni di loro, però, si sono fatti forza e hanno raccontato le vessazioni che hanno dovuto subire fin dai tempi della prigionia a Sabrath. Il 19enne del Gambia è ora rinchiuso nel carcere di Poggioreale a Napoli.  

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